Piedi

La salute vien dal piede

Cuochi e camerieri, cosi come chi è costretto a stare in piedi tutto il giorno, ne soffrono molto e sovente devono ricorrere all’aiuto dell’ortopedico per evitare forti dolori. Sono i piedi, i nostri compagni più fidati: camminano, corrono, saltano, ballano, ci sostengono, eppure spesso li costringiamo in scarpe troppo strette, alte e terribilmente scomode, trasformandoli nei nostri peggiori nemici.

Per essere belli bisogna soffrire recita un famoso adagio popolare e, soprattutto se pensiamo ai nostri piedi (specie a quelli femminili) nulla si avvicina di più al vero. La moda infatti ci propone sempre più spesso modelli di calzature simili a strumenti di tortura: punte strettissime, tacchi a spillo vertiginosi o zeppe che obbligano ad assumere un’errata postura fisiologica, cosi come le ballerine e varie tipologie di scarpe da tennis, che non offrono il giusto sostegno. E se pensate che il mal di piedi sia prerogativa solo femminile, dovete ricredervi perché c’è una statistica Doxa per conto di Sanagens, la quale rivela che circa il 35% degli uomini e il 37% delle donne hanno problemi ai piedi conseguenti al tipo di calzature, al proprio lavoro o allo stile di vita. Scorrendo i dati poi scopriamo che mentre il 22% degli uomini e il 32% delle donne ha male saltuariamente, rispettivamente il 13% e il 35% lo sente spesso.
Se esaminiamo le fasce d’età invece, si evince che a soffrire maggiormente sono le persone sopra i 49 anni, mentre sotto i 35 solo il 16% degli intervistati ha dichiarato di avere dolore ai piedi. In effetti se ci pensiamo questa parte del corpo è tra le più soggette ad usura ed è quindi normale che, soprattutto con l’avanzare degli anni, possa creare qualche piccolo problema. Quello che molti di noi trascurano però è che i problemi di postura non riguardano solo i piedi, ma hanno ripercussioni su tutto l’organismo. Una posizione scorretta mantenuta abitualmente può essere la causa di disturbi in varie parti del corpo, e solo un occhio esperto riuscirebbe a metterli in relazione con le nostre estremità e proprio su queste teorie si basa la riflessologia plantare.
Da millenni infatti il piede è riconosciuto come sede di collegamento tra i distretti del corpo e secondo questa teoria le malattie nascerebbero da una disarmonia che si viene a creare tra esse. Tramite la pressione in alcuni punti specifici sarebbe quindi possibile ripristinare l’equilibrio perduto, e ritrovare così il benessere.

La riflessologia plantare
Grazie alla ricchezza di terminazioni nervose, i piedi sono in stretta relazione con molte parti del corpo e proprio su questo si basano le tecniche di massaggio: ad ogni area del plantare infatti corrisponderebbero i vari organi. Con opportune pressioni in zone specifiche quindi è possibile ottenere degli effetti in diversi distretti e curare così diverse patologie, non soltanto fisiche. La riflessologia plantare si rivela particolarmente efficace nel dissolvere le tensioni e procurare un’immediata sensazione di rilassamento e benessere diffuso ed è quindi adatta a risolvere problemi di stress o disturbi ad esso correlati, quali ad esempio l’insonnia o i problemi digestivi, mentre sono necessarie più sedute per la risoluzione di specifici problemi fisici (come ad esempio il mal di schiena).
E’ da notare che durante la terapia è possibile che si verifichino delle vere e proprie “crisi di assestamento”, che si manifestano di preferenza quando si è vicini alla guarigione e che consistono solitamente in eruzioni cutanee, aumento della sudorazione e una maggiore attività renale e intestinale. Questa terapia per altro non è affatto nuova: testimonianze infatti sono state trovate in Cina e in India, ma anche in Egitto, a Saqqara. In una tomba risalente al 2330 a.C., ad esempio, è stata rinvenuta una pittura in cui è raffigurato un massaggio ai piedi, mentre è risaputo che Ippocrate, il padre della medicina, insegnò ai suoi discepoli i principi della riflessologia plantare, di cui beneficiò molti secoli dopo persino Benvenuto Cellini.


La calzatura ideale

La delicata e al tempo stesso sofisticata struttura dei nostri piedi infatti consente loro di resistere a sollecitazioni continue di varia intensità per tutto l’arco della vita. Da un punto di vista anatomico, essi si compongono di 26 ossa suddivisibili in tre zone distinte: tarso, metatarso e falangi. Tarso e metatarso formano l’arco longitudinale (cioè la volta plantare), a sua volta collegato con l’arco trasversale, mentre venti muscoli, dei quali 19 sulla pianta e uno sul dorso, insieme a svariati tendini e legamenti, ne fanno un gioiello di architettura, estremamente elastico e flessibile, collegato con tutto il corpo tramite numerose fibre nervose. Quando si parla di piedi però non ci si può esimere dal parlare di calzature. Nulla infatti influenza di più il loro benessere di una scarpa più o meno adeguata.
La scarpa ideale non dovrebbe creare costrizioni e dovrebbe innanzitutto fornire una buona base d’appoggio, né troppo stretta né troppo larga, garantendo un’adeguata stabilità nei tre punti principali: alluce, mignolo e tallone. Se consideriamo che mediamente nell’arco della vita percorriamo all’incirca una distanza pari a tre volte il giro del mondo appare evidente come una calzatura giusta sia indispensabile per il nostro benessere
Idealmente essa dovrebbe essere fatta in modo che il piede non tocchi in punta e che non subisca pressioni lateralmente o posteriormente. In particolare occorrono due o tre millimetri di spazio in punta, per consentire alle dita di muoversi, ma senza eccedere, perché altrimenti si perderebbe l’azione di sostegno fornita dalla scarpa.
In commercio esistono calzature studiate appositamente per i differenti tipi di piede, che si possono generalmente suddividere in tre categorie: stretto, medio e largo. Esse possono essere integrate con dei plantari appositi, progettati intorno al nostro piede e in grado di offrire il massimo confort e sostegno, correggendo anche eventuali difetti di postura o piccole malformazioni. Questi ultimi per ovvie ragioni non possono essere universali, ma devono essere prescritti da un medico specialista, che in base alle nostre esigenze e a un calco in gesso formulerà il dispositivo medico (perché di questo si tratta) più adatto per noi. Bisogna quindi diffidare dai prodotti a libera vendita che promettono grandi risultati, poiché nel migliore dei casi serviranno solo a farci sentire più comodi, ma possono anche provocare problemi ai piedi.

Attenti alle mode "scomode"

La natura però non ha progettato questo distretto prevedendo l’ausilio di calzature e quindi camminare a piedi nudi di tanto intanto si rivela salutare, in particolar modo se lo facciamo su un prato o sulla sabbia. In questo modo tutti i muscoli lavorano attivamente e il piede è sostenuto correttamente in ogni suo punto. In effetti l’abitudine alle calzature, unita al fatto di camminare sempre su superfici dure, blocca alcuni movimenti naturali del piede, che alla lunga ne risente. Sarebbe quindi indicata della vera e propria ginnastica appositamente studiata per ridare tonicità a tutto il complesso, unitamente all’impiego di calzature che sostengano il piede in modo naturale, attenuando l’impatto col suolo.
La moda di oggi purtroppo non è molto attenta a queste esigenze e sempre più spesso le scarpe si rivelano un vero e proprio strumento di tortura. Tacchi vertiginosi o troppo bassi, punte strettissime e materiali non traspiranti sono causa di vere e proprie patologie, che si sviluppano maggiormente in chi è predisposto, quali le dita a martello, l’alluce valgo o dolorose borsiti. Non si salvano neppure le inflazionatissime infradito, che essendo troppo basse e morbide non offrono alcun sostegno né contenimento al piede, che è quindi più soggetto a urti e scivoloni.
Per quanto riguarda l’altezza del tacco invece, 3-4 cm sono considerati ideali, mentre un tacco superiore decentra troppo il peso sulle punte, caricando eccessivamente questa zona, oltre alle caviglie, che oltretutto sono più soggette a distorsioni. Questa differente distribuzione di peso inoltre rende meno efficace l’effetto ammortizzante del tallone e quindi gli urti che inevitabilmente si producono mentre si cammina vengono trasmessi in misura maggiore alle ginocchia e alla colonna vertebrale. La punta infine se è troppo stretta determina una minore flessibilità della parte anteriore del piede e della caviglia, con la conseguenza di una minore efficacia di quei muscoli che normalmente lavorano durante l’incedere.

L’età del piede

Una cosa a cui non pensiamo spesso poi, è che anche il piede, come tutto il resto del corpo, invecchia. Essendo anzi particolarmente esposto e usato di continuo è una delle parti più soggette a logoramento. Se abituati a scarpe troppo rigide, ad esempio, i muscoli perdono di tono e in parte si atrofizzano, mentre i tendini si accorciano. Con l’avanzare dell’età inoltre diventano sempre più importanti gli effetti di decalcificazione dovuti all’osteoporosi, che rendono più fragili le strutture ossee del piede e le articolazioni delle caviglie e la circolazione tende a peggiorare, specie se le calzature non sono idonee, con sensazione di pesantezza e gonfiore.
Per prevenire molti di questi disturbi è quindi consigliabile sottoporsi a dei controlli periodici e mettere in atto alcuni semplici accorgimenti. Per prima cosa, impariamo a camminare scalzi quando ci sia possibile, preferibilmente su terreni irregolari e morbidi, come una spiaggia o un prato, così da fare una ginnastica non traumatica e molto salutare. Esistono poi dei semplici esercizi da fare comodamente in casa, che aiutano a mantenere in perfetta efficienza muscoli e articolazioni. Un’altra cosa da tenere sotto controllo è il peso corporeo: oltre a danneggiare le articolazioni delle gambe, infatti, anche i piedi risentono molto di un carico eccessivo, poiché per cercare di bilanciarlo tendiamo ad assumere posizioni scorrette che impediscono di distribuire in maniera equilibrata il peso.
Impariamo poi a concederci un pediluvio alla fine della giornata: oltre a procurarci un’incomparabile sensazione di benessere esso si rivela particolarmente efficace per la salute della pelle, che in questa zona è più esposta al rischio di micosi per via della scarsa ossigenazione e del ristagno di umidità provocati dalle scarpe, che toglieremo ogni qualvolta ci sia possibile. Infine, alleniamo i muscoli e manteniamo in efficienza le articolazioni camminando di più, preferibilmente su terreni morbidi: ne guadagneranno non soltanto le nostre estremità, ma l’intero organismo e persino il buonumore.

I piedi dei bambini
Non tutti lo sanno, ma il piede è una delle parti del corpo che richiede più tempo per svilupparsi. Gli archi plantari, in particolare, si sviluppano soltanto quando si incomincia a camminare ed è importante che le scarpe forniscano un valido supporto e che indirizzino lo sviluppo di ossa e muscoli. In particolare la punta deve essere sufficientemente larga e il tallone deve essere sostenuto a dovere, così da migliorare la stabilità dell’intero corpo. Quando possibile poi i bambini dovrebbero camminare scalzi, non soltanto per favorire una crescita armoniosa di quel distretto, ma per stimolare un miglior senso dell’equilibrio e persino della sicurezza. Nel piede infatti sono situati moltissimi recettori sensoriali tramite i quali soprattutto i più piccoli imparano a conoscere il mondo.

Qualche semplice consiglio
Incominciamo dalle dita dei piedi, che per via delle calzature sempre più strette sono quelle che necessitano maggiormente di essere stimolate. Questo esercizio può essere svolto in qualunque posto e in qualunque momento della giornata e consiste nel divaricare il più possibile le dita, per poi stringerle e cercare di arcuarle verso l’alto. Un esercizio simpatico potrebbe consistere anche nel cercare di sollevare degli oggetti con le dita dei piedi, così da irrobustirne i muscoli ed aumentarne la flessibilità.
Il secondo esercizio prevede che ci si metta sulle punte, restando in questa posizione per qualche secondo. In seguito si abbassa il tallone e si ripete una decina di volte. Infine si cammina per qualche minuto di nuovo sulle punte.  
Nel terzo esercizio bisogna appoggiare la schiena alla parete e sollevare il piede in modo da concentrare tutto il peso sul tallone, mantenendo la posizione per qualche secondo. Poi si rilassa il piede facendo qualche passo.  
L’ultima fase è invece di rilassamento e prevede il massaggio plantare. Si parte prima delicatamente e poi sempre più energicamente, facendo pressione con i polpastrelli e seguendo la direzione del cuore, per stimolare la circolazione e aumentare l’afflusso di sangue.
Un’utile ginnastica per le vene, infine, consiste nel passare sistematicamente i piedi da una bacinella di acqua calda a una di acqua fredda: in questo modo si stimolano le valvole e si mantiene l’elasticità dei vasi.  

 

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