RISTORAZIONE

Cibo naturale

Con l’incremento di patologie legate allo stile di vita e all’errata alimentazione, la voglia di cibi naturali cresce senza sosta nelle scelte di milioni di persone nel mondo.

Questa tendenza, in atto ormai da anni, è favorita anche dalla notevole mole d’informazioni disponibile.
Non a caso tra gli argomenti principali fra amici e famigliari, si ribadiscono concetti legati alle allergie e intolleranze alimentari, all’inquinamento chimico, alla ricerca di cibo buono per una vita più salutare. Oggi milioni di persone sono persuasi che seguire una dieta equilibrata e il più naturale possibile possa aiutare a prevenire malattie anche gravi.
Un dato suffragato dal fatto che c’è una schiera interminabile di adepti del mondo vegano e vegetariano (dal latino vegetus, vigoroso), sicuri che l’unica dieta possibile sia quella a base di vegetali, da mangiare possibilmente crudi, perché solo cosi se ne assimilano tutti i benefici naturali.
Milioni di persone che stanno condizionando il mercato alimentare, perché cercano e vogliono prodotti senza carne e relativi derivati. La stessa Associazione Vegetariana ha stilato un preciso disciplinare in cui chiede alle aziende produttrici di realizzare cibi su misura, in grado di garantire l’assenza delle sostanze per loro proibite.

Cambiano le esigenze alimentari e si aprono nuovi mercati alternativi alle produzioni enogastronomiche tradizionali, che promettono un enorme potenziale economico.
In testa gli Stati Uniti, con un giro d’affari di tre miliardi di dollari e la previsione d’incremento a due cifre per i prossimi anni, si confermano primi assoluti nel consumo di prodotti per vegetariani. Anche l’Europa non è da meno, basti pensare che in Paesi come l’Inghilterra il mercato degli alimenti meat-free è cresciuto del 30%, con stime molto positive per il futuro.
L’Italia non è da meno, secondo l'Eurispes sono sei milioni i consumatori vegetariani, rispetto ai tre milioni del 2002, con un notevole successo di vendita dei prodotti compatibili con la dieta vegetariana, oltre poi al proliferare di centri specializzati nell’alimentazione vegetale naturale.
Una moltitudine di persone in costante crescita, che si astengono dal consumare prodotti a base di carne, limitandosi solo ai cibi di natura vegetale.

Interessante è anche il settore del biologico.
Pur con cifre ancora minime, circa 1,7% del consumo alimentare totale, anche il comparto bio si sta dimostrando interessante e capace di attirare consumatori molto attenti alla propria salute. Inoltre, c’è da soddisfare le esigenze di coloro che soffrono di allergie o intolleranze alimentari, o di consumatori che per motivi di salute sono costretti a seguire diete particolari, che richiedono alimenti senza sostanze allergizzanti o semplicemente privi di sale o zuccheri raffinati; un mercato in grande ascesa e ancora da sviluppare.  

Sono dati su cui ragionare per il futuro, considerato che in Italia i consumi di alimenti tradizionali segnano il passo.
Anche con l’estero le cose non vanno meglio, la concorrenza sempre più agguerrita e le contraffazioni dei nostri prodotti ci portano via buona parte del mercato internazionale. Inoltre c’è anche la reale difficoltà di dover contrastare i minori costi dei prodotti provenienti da Paesi che sono fuori dalle regole comunitarie. Paesi dove il basso costo sociale/lavorativo, le leggi più permissive sull'uso di prodotti chimici e il minore controllo igienico-sanitario, consentono di fare meno investimenti e di avere alti margini di guadagno, impensabili per i produttori italiani e europei.

In una situazione cosi difficile per l’industria alimentare è opportuno investire nella ricerca per produrre nuovi alimenti ad alto contenuto salutistico, tipo il formaggio con gli omega 3, prodotti gluten free, latte e salame con gli steroli vegetali, utili per abbassare il colesterolo, e tanti altri simili, invece che cercare di battere la concorrenza riducendo i costi di produzione, magari a discapito della qualità.

L’evoluzione in atto e gli scandali alimentari che si susseguono, spingono il consumatore verso la ricerca di cibo sano, naturale e subito pronto. Produrre alimenti ad alto contenuto di servizio potrebbe essere la chiave di volta per incrementare il proprio business e resistere in un mercato locale e mondiale sempre più in affanno.
Un podio da non perdere, perché chi arriva secondo deve poi accontentarsi delle briciole.

 

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