Carni Halal

CARNI HALAL, UN ‘PIATTO’ DA 2 MILIARDI DI EURO PER INDUSTRIA E DISTRIBUZIONE
 
Sono 2 milioni solo in Italia, 35 milioni in Europa e 1,6 miliardi nel mondo: i consumatori musulmani rappresentano un mercato molto rilevante, ma che deve essere approcciato secondo precisi principi etico-religiosi nei processi di produzione di beni e servizi. I prodotti e servizi devono essere infatti “consentiti”, ossia in arabo “Halal”. Il musulmano osservante cerca sempre il prodotto certificato Halal, conforme ai principi islamici di produzione e stoccaggi. E ciò è vero anche per le carni, il cui consumo annuo globale, al netto di quelle suine, fa riferimento per il 63% al mondo musulmano. Da tempo le catene distributive europee hanno compreso il valore di questo segmento di mercato. E anche in Italia gli investimenti sono destinati ad aumentare.
 
Il tema è stato oggi al centro di un convegno di Meat-Tech, mostra delle tecnologie di lavorazione delle carni in corso a Fiera Milano, contemporaneamente a Ipack-Ima, manifestazione tra le prime al mondo per processo e packaging dei prodotti food e non food.
In Europa il mercato della carne Halal sta conoscendo una crescita senza precedenti, anche se con intensità diversa da Paese a Paese” spiega Alberto Di Martino,  responsabile di ICB Quality/HalalWorld, accreditato ente di certificazione. “Nel Regno Unito e in Francia si è registrato un tasso di crescita a due cifre per oltre un decennio, mentre in Germania il mercato è agli inizi. In Europa possiamo stimare il settore alimentare Halal intorno ai 60 miliardi di euro annui, comprendendo sia i consumi individuali sia le esportazioni. La carne pesa non meno di 25 miliardi. Per quanto riguarda l’Italia, le stime dei consumi non sono inferiori a 2 miliardi di euro, la maggior parte dei quali passa attraverso le moltissime piccole macellerie islamiche. Le vendite sono però destinate a passare anche sul canale della grande distribuzione”.
 
Ma quanto costa ad un’azienda adeguarsi? Rispettare le norme significa avere un sistema di gestione della qualità simile a quelli già in essere in molte realtà produttive, ma per alcune produzioni potrebbe essere necessario separare fisicamente le aree di lavorazione oppure gestire la produzione in tempi diversi.
 
Le regole sono minuziose ma non particolarmente complesse per chi opera nel food. Ad esempio, il sistema di gestione Halal si sposa con gli standard di qualità certificata di chi già lavora con la grande distribuzione organizzata. Inoltre la certificazione Halal è già oggi un obbligo doganale per le importazioni in molti paesi musulmani: ad esempio, per i prodotti avicoli in almeno 30 paesi senza certificazione è impossibile esportare.

 

Registrazione newsletter

Iscriviti per ricevere la nostra newsletter