Studi & Ricerche
Work-Life Design
I lavoratori italiani scelgono il Work-Life Design
: il nuovo approccio al talent management. L’eterno dilemma tra vita privata e vita lavorativa è protagonista dell’indagine di Kelly Services
• Il 40% sarebbe pronto a sacrificare una retribuzione più alta per orari e modalità di lavoro più flessibili
• Il 50% vorrebbe dedicarsi a progetti appaganti e a iniziative innovative
• Il 56% degli uomini desidererebbe un ambiente di lavoro improntato su amicizia e cordialità, contro il 48% del gentil sesso
Le persone di maggior talento chiedono al lavoro molto di più rispetto al passato.
Il Work-Life Design è pronto a diventare lo standard per l’impresa moderna: un’esperienza di lavoro olistica, che porta le persone ad esprimere al meglio il proprio potenziale.
Kelly Services, leader mondiale nella consulenza per le risorse umane, che offre su scala globale servizi di outsourcing, HR, somministrazione e full-time placement, ha dedicato l’ultimo Kelly Global Workforce Index™ al Work-Life Design, un nuovo approccio che ridefinisce il concetto di equilibrio tra lavoro e vita privata, promuovendo un approccio olistico al lavoro, e che è destinato a diventare il nuovo standard per la gestione delle risorse umane nelle aziende moderne.
Quest’autorevole indagine raccoglie le risposte di 164.000 lavoratori in 28 Paesi, di cui circa 4000 in Italia, e mostra gli effetti dei diversi fattori che impattano sul mondo del lavoro attuale, con un particolare focus sui tre gruppi generazionali principali: Y (19-30 anni), X (31-48 anni) e Baby Boomer (49-66 anni).
Oggi, le persone dotate di maggior talento, quelle cioè più ambite dalle aziende, possono scegliere dove e come lavorare. Per attrarre e fidelizzare i migliori professionisti, le aziende devono fare molto di più che offrire incentivi tradizionali, come retribuzione competitiva e percorsi di carriera lineari. I lavoratori vogliono sempre più “disegnare” il perfetto equilibrio tra vita privata e lavorativa e avere un capo che li supporti in questo è, oggi, un importante fattore distintivo nelle scelte di carattere professionale.
“Questo deciso cambiamento delle aspettative e delle attitudini dei lavoratori, sta spingendo le aziende a ripensare le proprie “tecniche” di acquisizione e gestione dei talenti: un approccio che noi chiamiamo “Work-Life Design”, dichiara Stefano Giorgetti, Amministratore Delegato e Vice President di Kelly Services Italia.
Secondo i dati raccolti, a livello mondiale il 69% dei lavoratori considera l’equilibrio tra vita professionale e privata una caratteristica che influisce sulla scelta del posto di lavoro. È seconda soltanto a retribuzione, benefit e altri incentivi finanziari (89%), alla pari con le opportunità di carriera. Nell’APAC, il 77% dei lavoratori lo cita come fattore importante, mentre, in Europa, la percentuale si ferma al 65%. In Italia, il dato, 64%, è in linea con la media europea.
Quali sono gli elementi che costituiscono il Work-Life Design?
• Lavoro flessibile
• Governance del lavoro
• Realizzazione personale ed empowerment
• Cultura aziendale
• Benefit e servizi legati allo stile di vita
Lavoro flessibile
Il 63% dei lavoratori, a livello globale, sostiene che le forme di lavoro flessibile, che comprendono orari personalizzati e smart working, favoriscano un equilibrio tra lavoro e vita privata. Il 49% considera il tempo libero retribuito (ferie e giorni di malattia) altrettanto fondamentale, mentre l’11% ritiene essenziale la possibilità di disporre di ulteriore tempo libero. Nell’APAC, la percentuale di lavoratori che desiderano forme di lavoro flessibile è particolarmente alta, con il 70% degli intervistati, in Europa è del 63% e in Italia del 62%.
Governance del lavoro
Su scala globale, il 37% dei lavoratori dichiara che policy aziendali forti, che limitino il lavoro al di fuori del normale orario d’ufficio, sono fondamentali per un buon equilibrio tra lavoro e privato. Il 17% considera altrettanto importante limitare il ricorso alle e-mail di lavoro nel tempo libero, mentre per il 23% è essenziale che le aziende incoraggino i dipendenti ad usufruire di tutte le ferie. Tutti questi aspetti sembrano non essere fondamentali per gli intervistati italiani: infatti, solo il 30% desidera politiche rigide rispetto al lavoro fuori dagli orari stabiliti. A livello globale, l’Italia è seconda solo alla Russia (29%).
Realizzazione personale ed empowerment
Il 37% degli intervistati a livello globale ritiene fondamentale che il datore di lavoro dia la possibilità di dedicarsi a progetti o a iniziative innovative. L’Italia, in questo caso, spicca sull’intero panorama mondiale, con un 50% degli intervistati che ritiene di fondamentale importanza questo aspetto per uno sviluppo olistico della propria persona. Al contrario, solo il 13% sarebbe interessato a prendersi anni sabbatici per dedicarsi ai propri interessi personali, mentre la media europea registra un 20%.
Cultura aziendale
A livello globale, il 37% dei lavoratori dichiara di apprezzare un ambiente nel quale sia favorito un clima amichevole tra i colleghi. La percentuale cresce fino al 52% per i lavoratori italiani, in linea con la media europea, 51%.
Inoltre, l’impegno da parte delle aziende nella corporate social responsibility, nella diversity e nelle pari opportunità, insieme a pratiche lavorative ecosostenibili, è importante per molti lavoratori. In Italia, c’è una particolare attenzione verso quest’ultimo aspetto: il 31% degli intervistati, infatti, dichiara di tenere in considerazione l’impegno verso le tematiche green durante la valutazione di un nuovo posto di lavoro. Il dato europeo, invece, si ferma al 23%.
Benefit e servizi legati allo stile di vita
Il 43% dei lavoratori a livello mondiale ritiene essenziale la disponibilità sul luogo di lavoro di benefit e servizi al fine di garantire un miglior equilibrio tra lavoro e vita privata. Fanno parte di questi servizi programmi di wellness come fitness center on site, convenzioni con centri benessere e attività antistress come la meditazione. Gli intervistati italiani dichiarano di apprezzare particolarmente servizi per la cura dei bambini e dei famigliari, rispettivamente con il 31% e il 30%. A livello mondiale, si registrano medie molto più basse (18 e 13%).
Dalla survey emerge che una percentuale significativa di lavoratori sacrificherebbe parte della propria retribuzione in cambio di modalità di lavoro più flessibili: mentre in Europa la percentuale si attesta al 32%, i lavoratori italiani si dimostrano più propensi a questo “baratto”, con il 40%.
Un ben più ridotto 11% di lavoratori italiani sarebbe pronto a sacrificare la retribuzione in cambio di meno responsabilità. Nel complesso, i lavoratori dell’APAC sono decisamente più disponibili a rinunciare ad una retribuzione più alta in cambio di elementi del Work-Life Design rispetto a quelli europei, fatta eccezione per l’Italia.
A livello generazionale, il concetto di Work-Life Design è particolarmente rilevante per i Millennials, i lavoratori nati dagli anni ‘80 in poi. Questa nuova generazione rappresenterà il 40% dei lavoratori nei Paesi sviluppati entro il 2020, sorpassando numericamente la Generazione X. Rispetto ai lavoratori più “anziani”, i Millennials sono più propensi a considerare vacanze, tempo libero retribuito, programmi di wellness o di cura per bambini e parenti elementi importanti del proprio pacchetto retributivo.
Nell’APAC, il 71% dei Millennials è particolarmente interessato a forme di lavoro flessibili. In Europa, invece, danno maggior valore ai programmi a supporto della cura di bambini (30%) e parenti (36%). I Millennials dell’APAC sacrificherebbero una retribuzione più alta in cambio di orari o forme di lavoro flessibili (48%), nettamente più disponibili rispetto ai coetanei europei (31%). I giovani italiani, invece, sarebbero più propensi a questo scambio (39%).
“Per i Millennials, il Work-Life Design è diventato uno standard sulla base del quale valutano le aziende e non più una delle tante variabili da tenere in considerazione nella scelta di un posto di lavoro”, afferma Giorgetti.
Un buon Work-Life Design è un desiderio più maschile o femminile? I dati globali affermano che non è una questione di genere: il Work-Life Design è apprezzato, infatti, da tutti i lavoratori e a livello di percentuali le differenze sono spesso minime. In alcuni casi, i ruoli tradizionali risultano persino invertiti. A livello europeo, un ambiente di lavoro improntato sull’amicizia e sulla cordialità è desiderato più dagli uomini (54%) che dalle donne (50%). Questo gap tra generi è ancora più evidente in Italia: i sorrisi tra le scrivanie sono importanti, infatti, per il 56% degli uomini, avanti di 8 punti percentuali rispetto al gentil sesso (48%). Analogamente, ma solo in Europa e non in Italia ci sono più uomini (28%) che donne (22%) a richiedere programmi di cura per i parenti. Nel Bel Paese, infatti, i dati confermano che siamo ancora un po’ troppo legati agli stereotipi di genere. Il 66% delle lavoratrici italiane dichiara di apprezzare i benefici del lavoro flessibile, contro il 61% degli uomini, mentre il 35% desidera programmi per la cura dei bambini (la percentuale degli uomini si ferma al 28%).
Un altro dato interessante del KGWI riguarda i Professional& Technical, i lavoratori altamente qualificati che operano in settori come IT, science, engineering e finance. Questi professionisti si dimostrano particolarmente sensibili nei confronti dei vantaggi offerti dal Work-Life Design e, più di altre categorie, possono permettersi di scegliere dove e come lavorare, grazie all’appetibilità delle proprie competenze sul mercato del lavoro.
I fattori che più di altri vengono presi in considerazione dai professionisti italiani per raggiungere l’equilibrio perfetto tra vita privata e lavoro sono lo smart working (65%), la possibilità di dedicarsi a progetti innovativi (56%) e un ambiente lavorativo amichevole (50%).
“I dati forniti dalla nostra ultima ricerca confermano l’attenzione che il mondo del lavoro sta rivolgendo in quest’ultimo periodo al tema del welfare. In questi giorni, infatti, l’Italia sta definendo, all’interno della Legge di Stabilità, i dettagli per incentivare nelle aziende, sia grandi che piccole, l’adozione di benefit dedicati ai lavoratori. Le aziende dovranno adeguarsi, non soltanto per rispettare le nuove normative, ma per aumentare la propria capacità di attrarre e tenere con sé i migliori talenti. Consigliamo alle aziende di fare della flessibilità la norma, incentivando forme di lavoro il più possibile personalizzate sulla base delle esigenze dei singoli. Nello stesso tempo, i datori di lavoro devono fare in modo che il lavoro sia “significativo” per il professionista, ad esempio dando la possibilità di impiegare parte dell’orario lavorativo per dedicarsi a progetti con finalità sociale. Le aziende più capaci di offrire queste opzioni al proprio staff sono quelle che, con maggiore probabilità, ne guadagneranno la lealtà. In parole semplici, è la loro ricompensa per aver lasciato ai lavoratori la libertà di disegnare la vita che vogliono”, conclude Stefano Giorgetti.
Kelly Services®
In qualità di workforce solutions provider leader a livello globale, Kelly Services, Inc. (Nasdaq: KELYA, KELYB) e le sue consociate presenti in tutto il mondo offrono una gamma complete di servizi di outsourcing e consulenza, nonché somministrazione di lavoro a tempo determinato e indeterminato e ricerca e selezione di personale qualificato e specializzato. Kelly® ha aiutato più di un milione di lavoratori in tutto il mondo a gestire le proprie opportunità di carriera, trovando direttamente lavoro a 550.000 persone e aiutando gli altri attraverso il proprio network di partner nella gestione della talent supply chain. Il fatturato della società per il 2015 è stato di 5.5 miliardi di dollari. Per maggiori informazioni, consulta il sito kellyservices.it ed unisciti a noi su Facebook, LinkedIn e Twitter.