Dieta dissociata
La dieta "Dissociata"
Tra tutte le diete che ciclicamente tornano in auge, quella dissociata è certamente una tra le più gettonate. Vediamo allora in cosa consiste e cerchiamo di capire se funziona davvero.
Ogni giorno, secondo una ricerca di Nielsen, 45 italiani su 100 cercano di perdere peso seguendo un regime alimentare, sia per problemi di salute che per ragioni meramente estetiche, e il giro d’affari che ruota intorno a prodotti dietetici e alimenti funzionali è in continua ascesa, tanto che per il 2010 è previsto che nella sola Europa saranno spesi oltre 200 milioni di euro per acquistare alimenti addizionati di fitosterine. Attualmente il Paese che più spende per il benessere e la salute è la Germania, con 6 miliardi di euro all’anno e 1400 prodotti divisi in 41 gruppi merceologici. A livello mondiale, invece, la cifra spesa per alimenti e bevande funzionali è stimata intorno ai 60 miliardi di euro, di cui oltre la metà provenienti dal solo mercato statunitense, dove l’obesità è una vera e propria malattia sociale. Da questi dati si capisce quanto sia sempre crescente l’attenzione che i consumatori dedicano alla propria salute, avendo ormai compreso che essa non può esimersi da una corretta alimentazione, bilanciata sia in termini di nutrienti che di calorie. Ecco allora che il mercato va loro incontro, proponendo prodotti sempre nuovi che aiutino nell’ardua impresa di perdere peso o mantenere quello raggiunto senza patire troppo la fame o peggio, non riuscendo nell’impresa pur limitando i piaceri della tavola. Tra le innumerevoli diete proposte, quella dissociata si distingue non soltanto per la promessa di far perdere peso mangiando, ma anche perché si propone come modello di alimentazione corretta, bilanciata ed equilibrata, partendo dal presupposto che non sono tanto le calorie in sé a far pendere l’ago della bilancia, quanto la combinazione delle diverse fonti da cui esse provengono.
I principi cardine
Inventata dal Dottor William Howard Hay nel 1911, è nota anche come “dieta Hay” o “food combining”. Al Dottor Hay fu diagnosticata la malattia di Bright, una forma degenerativa del tessuto renale, e lui decise di curarsi con l’alimentazione, ottenendo notevoli miglioramenti dopo soli tre mesi. Fu in questo modo che mise a punto la sua dieta, basata sul principio che nell’organismo possono formarsi accumuli non bilanciati prodotti dalla digestione e dal metabolismo e che il corpo non è in grado di eliminare. Essi possono creare problemi all’organismo e Hay individuava in particolare quattro cause per questi accumuli: un consumo eccessivo di carne, di carboidrati raffinati, la sovralimentazione e la scarsa conoscenza dei meccanismi digestivi. Egli elaborò allora questa dieta, che si fonda su cinque regole di base, ovvero: evitare di mangiare nello stesso pasto i carboidrati con le proteine e i frutti acidi; adottare frutta e verdura come parte principale della dieta: limitare la quantità di proteine, amidi e grassi; prediligere i carboidrati non raffinati, come quelli proveniente da pane, pasta e riso integrali, limitando zucchero e farina bianca; far passare almeno 4 ore tra pasti di natura differente.
I principi su cui si basa la dieta dissociata partono dall’osservazione dei meccanismi digestivi: le proteine, ad esempio, necessitano di un ambiente acido perché gli enzimi che le scompongono siano attivi al 100%, ma la presenza di amidi e zuccheri, spesso accompagnati da sostanze alcaline, alza leggermente il pH gastrico, rendendo questo enzimi meno efficaci. Per la digestione dei carboidrati è invece necessario un pH superiore, mentre la presenza di acidi provenienti dai frutti diminuisce l’efficacia delle lipasi, enzimi deputati alla digestione dei grassi. In breve quindi, se grandi quantità di proteine e carboidrati vengono assunti contemporaneamente, si viene a creare un ambiente troppo acido per una digestione ottimale dei carboidrati, ma eccessivamente alcalino per un’efficace demolizione delle proteine.
L’osservazione conseguente, allora, fu che per ottimizzare i processi digestivi fosse necessario assumere in pasti separati gli alimenti la cui digestione si influenzava negativamente a vicenda. Da questa idea, le cui basi scientifiche e l’efficacia hanno suscitato opinioni contrastanti, hanno preso spunto poi numerose diete dimagranti. E’ un fatto che formulare dei pasti che contengano esclusivamente l’uno o l’altro principio nutritivo è estremamente arduo, poiché quasi tutti gli alimenti sono una combinazione di lipidi, carboidrati e proteine.
Le evidenze scientifiche
Malgrado sia ciclicamente portata alla ribalta, sono pochi i pareri positivi sulla sua reale efficacia. In primo luogo infatti un organismo sano è perfettamente in grado di metabolizzare contemporaneamente tutti gli elementi nutritivi, anzi, l’apparato digerente è organizzato in maniera tale da digerirli in sequenza e con una perfezione sorprendente e non vi è quindi alcuna necessità di agire diversamente, anche perché una dieta così strutturata risulta poco saziante e gustosa. Assunti così infatti gli alimenti vengono digeriti più in fretta e di conseguenza compare prima il senso di fame. Un vantaggio però consiste nel fatto che, dovendo assumere un solo alimento alla volta, la sazietà compare prima, perché viene meno la componente edonistica del cibo, che ci fa desiderare di mangiare ancora solo per provare il piacere di sapori nuovi. Un altro vantaggio indubbio della dieta dissociata, è che essa spinge al consumo di alimenti naturali, in quanto prevede l’assunzione di cibi integrali e sprona al consumo di frutta e verdura. Questa dieta, peraltro, se seguita per brevi periodi di tempo ha effetti disintossicanti sull’organismo, poiché consente di eliminare le scorie derivanti dal metabolismo proteico, in particolare a risolvere gli stati di putrefazione e fermentazione intestinale a cui a volte le proteine danno luogo. Semplice da attuare e sicuramente bilanciata in termini di nutrienti, la dieta dissociata non presenta grosse controindicazioni dal punto di vista nutrizionale, ma non esistono prove scientifiche che ne attestino il potere dimagrante.
In effetti in uno studio condotto nel 2000 su due gruppi di pazienti, organizzato dall’Università di Ginevra appositamente per individuare gli effetti della dieta dissociata, 57 persone obese sono state sottoposte a regime dietetico. Un gruppo ha seguito una normale dieta bilanciata, mentre al secondo è stata proposta, a parità di calorie e nutrienti, la dieta dissociata. Il gruppo della dieta dissociata ha inoltre ricevuto un quantitativo di lipidi lievemente inferiore rispetto all’altro, ma i risultati, dopo un mese e mezzo, sono stati che il gruppo dell’alimentazione bilanciata aveva perso 7,5 chili (in media), contro i 6,2 della dissociata. Da questo risultato i ricercatori hanno desunto che non vi sia alcuna relazione tra la perdita di peso e la distribuzione dei nutrienti durante i pasti: dalle analisi risultava infatti che entrambi i gruppi presentavano gli stessi livelli di insulina, colesterolo e trigliceridi, ad indicare che gli effetti sulla salute sono i medesimi per entrambe le diete.
Un esempio di dieta ”giornata dissociata”
COLAZIONE
Un bicchiere di latte scremato con fiocchi di cereali
Metà Mattina
Spremuta di arancia o pompelmo
PRANZO
80 g di pasta con sugo al pomodoro e basilico
150 g di carote crude condite con il succo di limone e un cucchiaino di olio
Pomeriggio
Un frutto (mela o pera)
CENA
150 g di polpo lesso
Verdure cotte
Conclusioni
Da quanto detto finora dunque la dieta dissociata presenta indubbiamente dei vantaggi, tra i quali la semplicità di applicazione e l’orientamento verso frutta, verdura e cibi non raffinati. D’altro canto essa non ha dimostrato di avere vantaggi a livello prettamente fisiologico, in quanto sia i valori ematici che la perdita di peso non si dimostrano significativamente differenti da una normale dieta equilibrata e ipocalorica, ma anzi il calo ponderale è inferiore perché essendo poco saziante e appetibile, questo regime induce a mangiare di più. Non essendo quindi finora emerse indicazioni in sostegno di tale dieta, il consiglio, se si vuole perdere peso, è quello di adottare un regime alimentare vario ed equilibrato, in cui frutta e verdura occupino un largo spazio, da associare ad una moderata ma costante attività fisica, rivolgendosi sempre e comunque ad un medico ed evitando i pericolosi fai da te, da relegare al massimo ad una settimana. Ricordiamoci infatti che la salute è il nostro bene prioritario, e comprometterla per il miraggio di superare la prova costume in tempi brevi è un rischio che non vale la pena di correre.