Dieta bambini
Dieta e infanzia
Ogni giorno i mass media ci forniscono dati preoccupanti circa l’aumento delle persone in sovrappeso e, dato ancor più preoccupante, circa l’aumento che questo fenomeno sta avendo nei bambini. Per contrastarlo è necessario fare, fin dalla più tenera età, una corretta educazione alimentare, in modo che mangiare bene diventi uno stile di vita.
“Siamo ciò che mangiamo”: non c’è niente di più vero. Quest’affermazione assume però un’importanza fondamentale durante i primi anni di vita: è infatti in questo periodo che costruiamo letteralmente il nostro corpo e gettiamo le fondamenta per il nostro benessere futuro. Curare l’alimentazione del bambino significa dargli le basi per essere un adulto sano, fornirgli i “mattoni giusti” per costruire il proprio fisico. Una particolare attenzione dovrebbe poi essere posta sul peso corporeo, perché non è vero che un bimbo paffuto sia più sano di uno magro. Un bambino obeso ha infatti tutte le probabilità di diventare un adulto obeso, poiché durante l’infanzia si forma anche il tessuto adiposo, sul quale si depositerà il grasso durante l’arco della vita: va quindi a tutto vantaggio del bambino non essere mai in sovrappeso. E’ essenziale inoltre fornirgli una corretta educazione alimentare ed insegnarli un salutare stile di vita, in modo che non siano un’eccezione, ma la regola.
Per questo, la prima cosa da fare è stabilire la dieta che il bambino dovrà seguire durante le varie fasi dell'infanzia.
IL NEONATO
Durante il primo anno di vita il neonato triplica il suo peso alla nascita e cresce in altezza di circa il 50%. In questo periodo di tempo, l’allattamento al seno riveste un ruolo fondamentale e rappresenta, almeno per i primi 4-6 mesi di vita, la forma di alimentazione ideale per i neonati sani, nati a termine. Salvo casi particolari, infatti, il latte materno ha una composizione “ad hoc” per ogni bambino, e contiene, oltre a tutti i nutrienti necessari per un corretto sviluppo, anche sostanze antinfiammatorie ed antibatteriche, nonché gli anticorpi (le immunoglobuline) che il sistema immunitario ancora immaturo del neonato non è in grado di sintetizzare da solo. Questo fatto riveste una particolare importanza, perché rende il neonato allattato al seno più resistente alle infezioni e diminuisce il rischio di allergie in futuro.
Lo svezzamento, ossia l’introduzione di cibi solidi nella dieta del lattante avviene in maniera graduale, a partire dal quarto-sesto mese, ed è indispensabile anche per consentire una corretta masticazione e per lo sviluppo del linguaggio. Solitamente i primi alimenti solidi introdotti nella dieta del neonato sono i cereali, seguiti da passati di verdure, purea di frutta e carne omogeneizzata. Gli alimenti che più frequentemente danno problemi di allergie, quali l’albume d’uovo ed il pesce, vengono invece somministrati dopo il primo anno di vita. Durante questo periodo, il neonato è costantemente sotto il controllo del pediatra, ed è quindi estremamente improbabile che si manifestino delle carenze alimentari (che, nel caso, vengono prontamente affrontate).
LA PRIMA INFANZIA (DA 1 A 3 ANNI)
Nel periodo successivo, cioè da uno a tre anni, la crescita rallenta rispetto al primo anno di vita (e di conseguenza diminuisce anche il fabbisogno calorico) ed alla fine del terzo anno il bambino avrà raggiunto circa la metà della sua statura definitiva. In questa fase il bambino incomincia ad assumere una propria personalità, ed un suo modo caratteristico di manifestarla consiste nel rifiutare il cibo in generale, o alcuni cibi in particolare. Per far sì che il momento del pasto non diventi un dramma, è consigliabile offrirgli un’alimentazione quanto più possibile varia e colorata e organizzare il pasto in maniera che sia vissuto come un momento di relax, in modo da gettare anche delle sane basi per equilibrato rapporto col cibo.
LA SECONDA E LA TERZA INFANZIA (4 - 6 ANNI E 7-10 ANNI)
Dopo i 4 anni il bambino inizia a frequentare l’asilo, e quindi a consumare pasti fuori casa ed a subire l’influenza dei suoi coetanei. In questa fase molto delicata, è importante che faccia proprie delle corrette abitudini alimentari, che saranno mantenute per il resto della vita. Il suo fabbisogno calorico per chilogrammo di peso corporeo diminuisce, anche se, nel totale, le calorie da introdurre aumentano. In questa fase la crescita è molto più lenta rispetto al periodo precedente, ma continua in maniera costante. L’abitudine a pasti regolari e bilanciati, con spuntini salutari e leggeri è indispensabile. La dieta non dovrebbe scarseggiare di carboidrati, frutta e verdura, latticini, carni magre, pollame, legumi, uova e noci, che nutrono senza apportare calorie in eccesso (ovviamente dosando le porzioni). Di fondamentale importanza poi è l’attività fisica, che promuove un corretto sviluppo corporeo e che, come una sana alimentazione, deve diventare un’abitudine di vita.
Vediamo ora come organizzare al meglio i pasti durante la giornata.
Almeno 5 pasti al giorno
Un bambino ha meno riserve energetiche rispetto ad un adulto, ed è perciò necessario che si alimenti più spesso. E’ buona norma che i pasti giornalieri siano cinque, ripartiti tra colazione, merenda di metà mattina, pranzo, merenda pomeridiana e cena. Le calorie totali assunte durante la giornata vanno ripartite in queste proporzioni: il 25% del fabbisogno giornaliero a colazione, il 35-40% a pranzo, il 10-15% suddiviso fra i due spuntini, il 25-30% a cena. Come già detto, la dieta dovrebbe essere il più possibile varia, e dovrebbe seguire il modello della dieta mediterranea: gli alimenti di origine animale come carne, pesce, formaggi e uova, non dovrebbero quindi essere assunti per più di una volta al giorno.
L’importanza della prima colazione
Nel nostro Paese si tende, erroneamente, a dare scarsa importanza a questo pasto, preferendo qualche minuto in più di sonno ad un’equilibrata assunzione di nutrienti, che invece ci sono indispensabili per affrontare al meglio la giornata, ed i bambini non fanno eccezione. Un dato interessante mostra che solo il 5% dei bambini non obesi salta la prima colazione, contro il 23% di quelli obesi. In altri termini, chi salta la colazione poi ha più fame nell’arco della mattinata e tende ad abbuffarsi di più a pranzo, col rischio di eccedere e quindi di ingrassare.
Una prima colazione ideale dovrebbe essere a base di cereali, frutta fresca e marmellata, latte e yogurt, pane o fette biscottate, in modo da fornire le energie sufficienti per affrontare la prima parte della mattinata, evitando la svogliatezza, la difficoltà di concentrazione e la fame che inevitabilmente insorgono quando l’organismo è a corto di calorie. Se il bambino al mattino ha poco appetito, sarebbe bene svegliarlo un po’ prima, in modo che il suo organismo abbia il tempo di avvertire lo stimolo della fame.
La colazione è infatti un pasto fondamentale: secondo i L.A.R.N., Livelli di Assunzione Raccomandata di Nutrienti, la colazione deve apportare il 20% del fabbisogno calorico giornaliero.
Lo spuntino di metà mattina
Dovrebbe essere leggero e non troppo calorico, in modo da fornire energia senza togliere l’appetito a pranzo. L’ideale sarebbero un vasetto di yogurt, un frutto o una fetta di pane e marmellata; sconsigliate, invece, le merendine confezionate, troppo ricche in grassi e quindi più caloriche e meno digeribili.
Il pranzo
E’ essenziale che sia calorico ma leggero: questo perché i bambini non devono essere appesantiti nel pomeriggio, quando, se non sono ancora a scuola, devono comunque fare i compiti. E’ preferibile, allora, un primo piatto, con un contorno di verdura e della frutta fresca: forniranno le giuste calorie senza appesantire.
La merenda
Come quella della mattina, deve essere leggera e semplice: frutta o yogurt, pane e marmellata o del pane con olio: permetteranno di arrivare a cena senza il classico “buco allo stomaco”.
La cena
La cena deve essere leggera e facilmente digeribile, in modo da non appesantire eccessivamente l’apparato digerente durante il sonno. Un piatto di pasta o riso, carne, pesce o uova con un contorno di verdure e della frutta fresca forniranno il nutrimento necessario.
Le giuste proporzioni
La cosa fondamentale, affinché un bambino non faccia capricci, è variare il menù il più spesso possibile, presentando, quando possibile, i piatti in maniera invitante. Per quanto riguarda i principi nutritivi, la dieta di un bambino dovrebbe essere composta per circa il 60% delle calorie totali da carboidrati, mentre le proteine dovranno costituire il 10-12% ed i grassi il restante 25-30% (di cui solo il 10% però, di grassi saturi). Naturalmente non dovranno mancare le fibre, le vitamine ed i sali minerali, per cui è bene non fare mai mancare sulle tavole dei nostri ragazzi, frutta e verdura fresche che, non avendo subito trattamenti di cottura, avranno dei contenuti più alti di questi elementi. Ultimo, ma non meno importante, è indispensabile abituare i nostri figli a bere molto e durante tutto l’arco della giornata, prestando attenzione alle bibite gassate e alle bevande zuccherate, che vanno consumate con parsimonia, per evitare l’insorgenza di carie e l’introduzione di calorie in eccesso.
Ricapitolando…
Per il benessere presente e futuro dei nostri figli è necessario innanzi tutto fornire loro il giusto nutrimento, ma ancora più importante è insegnargli a nutrirsi correttamente. Quest’opera di educazione alimentare dovrebbe essere iniziata il più precocemente possibile, avvalendosi anche del supporto degli insegnanti, in modo da coinvolgere e motivare il bambino, spiegandogli l’importanza che questo riveste sulla sua salute presente e futura. In questo modo si forniranno al bambino tutti gli strumenti per diventare un adulto sano e responsabile.
LARN (Livelli Raccomandati d Assunzione dei Nutrienti)
|
Lattanti |
Prima infanzia |
Seconda Infanzia |
Terza Infanzia |
|
Età |
0,5-1 |
1-3 |
4-6 |
7-10 |
|
Peso |
7-10 |
9-16 |
16-22 |
23-33 |
|
Proteine (g) |
15-19 |
13-23 |
21-28 |
29-42 |
|
Acidi grassi essenziali (g) |
Omega-3 |
4 |
4 |
4 |
4 |
Omega-6 |
0,5 |
0,7 |
1 |
1 |
|
Calcio (mg) |
600 |
800 |
800 |
1000 |
|
Fosforo (mg) |
500 |
800 |
800 |
1000 |
|
Potassio (mg) |
800 |
800 |
1100 |
2000 |
|
Ferro (mg) |
7 |
7 |
9 |
9 |
|
Zinco (mg) |
4 |
4 |
6 |
7 |
|
Rame (mg) |
0,3 |
0,4 |
0,6 |
0,7 |
|
Selenio (mg) |
8 |
10 |
15 |
25 |
|
Iodio (mg) |
50 |
70 |
90 |
120 |
|
Vit. B1 (mg) |
0,4 |
0,6 |
0,7 |
0,9 |
|
Vit. B2 (mg) |
0,4 |
0,8 |
1 |
1,2 |
|
Niacina (mg) |
5 |
9 |
11 |
13 |
|
Vit. B6 (mg) |
0,4 |
0,7 |
0,9 |
1,1 |
|
Vit. B12 (mg) |
0,5 |
0,7 |
1 |
1,4 |
|
Vit. C (mg) |
35 |
40 |
45 |
45 |
|
Folati (mg) |
50 |
100 |
130 |
150 |
|
Vit. A (mg) |
350 |
400 |
400 |
500 |
|
Vit. D (mg) |
10-25 |
10 |
0-10 |
0-10 |
Colazione si! Ma non con il latte vaccino
Esperti nutrizionisti sono concordi nello sconsigliare vivamente di nutrire i bambini con latte vaccino, specialmente durante il primo anno di vita. Il latte vaccino è una fonte molto povera di ferro e acidi grassi essenziali, mentre al contrario è ricco di proteine e acidi grassi saturi, quindi non adatto a soddisfare le esigenze nutrizionali degli infanti.
Viene inoltre ribadita l’importanza della dieta nei primi 2 anni di vita dei bambini. L’alimentazione nei primi due anni di vita ha un impatto cruciale sulla salute nelle età successive e, in particolare, sul rischio di malattie cardiovascolari, obesità e sullo sviluppo delle funzioni mentali.
Questo conferma l’importanza di nutrire i bambini con alimenti specialmente formulati, adatti dal punto di vista delle proprietà nutrizionali, per non introdurre squilibri e per favorire dunque la prevenzione della loro salute da adulti.