Dieta malattie autoimmuni

Dieta e malattie autoimmuni

Esistono purtroppo tutta una serie di malattie causate dal cattivo funzionamento del sistema immunitario, che pare letteralmente rivoltarcisi contro. Oltre ovviamente a seguire le cure mediche del caso, è possibile aiutare l’organismo ad affrontare queste patologie attraverso un’alimentazione adeguata che sia di supporto alla terapia prescritta, senza sostituirsi in nessun caso ad essa.

Il sistema immunitario è stato messo a punto dalla natura affinché l’organismo potesse difendersi adeguatamente dall’attacco di agenti esterni. Il più delle volte esso svolge questo lavoro in maniera perfettamente efficiente, ma capitano delle occasioni in cui si rivela il nostro peggiore nemico. E’ il caso delle malattie autoimmuni, ossia quelle malattie causate dal nostro stesso sistema immunitario, il quale attacca, senza un apparente motivo, cellule sane del nostro stesso organismo, portandolo ad una lenta e inesorabile degenerazione. Le patologie autoimmuni hanno come denominatore comune il coinvolgimento del processo infiammatorio: il tessuto che viene colpito per errore dal sistema immunitario si infiamma e così va incontro a degenerazione. Questo processo è regolato da speciali ormoni chiamati eicosanoidi, che vengono sintetizzati a partire dai celeberrimi omega 3 e omega 6. Esistono eicosanoidi "buoni" che contrastano l'infiammazione, e eicosanoidi "cattivi" che, invece, la alimentano. In questi casi la dieta può costituire un valido supporto, soprattutto quando il problema è localizzato nell’apparato digerente. Ci sono infatti dei cibi in grado di alleviare, almeno in parte, gli effetti negativi derivanti da un’infiammazione cronica, tipica di queste malattie. Molto spesso poi queste patologie alternano fasi di relativo benessere a fasi di riacutizzazione, ed è proprio durante le pause che la corretta alimentazione consente di ottenere i benefici migliori, contribuendo a rinviare il più possibile il ripresentarsi dei sintomi o, quantomeno, ad aiutare l’organismo a recuperare più velocemente, per affrontare al meglio l’eventuale nuova crisi. Del resto è cosa ormai nota che un’alimentazione sana, in particolare se abbinata a un corretto stile di vita, che comprende anche una moderata e regolare attività fisica, ci aiuta a vivere meglio sia sotto il profilo strettamente fisico che sotto quello psicologico. Questo diventa ancora più determinante nel caso di malattie dalle quali non si può guarire: cerchiamo allora di capirne qualcosa di più.

L’importanza della dieta

Incominciamo col capire perché si sviluppano delle patologie croniche. Le cause purtroppo non sono facilmente individuabili, essendo malattie multifattoriali: predisposizioni genetiche, traumi subiti, stress, emozioni violente, errori alimentari, intossicazioni da fumo, fattori ambientali, inquinamento magnetico, ecc., le concause di una malattia autoimmune possono essere davvero infinite. Anche se spesso l’alimentazione non è un parametro determinante ai fini della malattia, una sua corretta applicazione determina un sensibile miglioramento nelle condizioni del malato e la sua efficacia è incisiva e duratura. In primo luogo, una dieta adeguata consente una drastica riduzione dei celeberrimi radicali liberi, fornendo il giusto materiale di costruzione per i tessuti dell’organismo e riducendo i danni ossidativi che queste sostanze sono in grado di causare. Tra i più significativi, ricordiamo appunto le infiammazioni, danni al metabolismo cellulare, al DNA, invecchiamento precoce e via discorrendo. Con una dieta adeguata, saranno in particolare disponibili i lipidi mono o polinsaturi, che verranno utilizzati per la sintesi delle prostaglandine PgE1 e PgE3, utilizzate per la riduzione dei processi infiammatori.
Mangiare bene poi, significa digerire meglio e questo ha due implicazioni fondamentali: in primo luogo una cattiva digestione non contribuisce certamente al nostro stato di benessere e in secondo luogo si possono formare delle tossine che vanno ad aggravare gli stati infiammatori preesistenti e affaticano il fegato, che ha il compito di eliminarle (ma anche di metabolizzare gli eventuali farmaci assunti). A livello intestinale inoltre, si promuove la formazione di una corretta microflora che, come ben sappiamo, contribuisce a un corretto assorbimento delle sostanze nutritive e diminuisce quello delle sostanze dannose. Tutto questo aiuta a contrastare gli stati infiammatori caratteristici delle malattie autoimmuni e pertanto, anche se non ne rimuove le cause, agevola il nostro organismo a combatterle, rinforzando il sistema immunitario.
Esistono in particolare due metodi che prevedono dei regimi alimentari approntati appositamente per contrastare gli effetti delle malattie croniche : il metodo Kousmine e il metodo Hebener.

Il Metodo Kousmine
Il metodo Kousmine si basa proprio su questi principi. Non si tratta di una dieta, quanto di un nuovo modo di accostarsi all’alimentazione, escludendo alcuni alimenti e aggiungendone altri. Bisogna precisare che il metodo Kousmine non riguarda solo le persone malate, ma costituisce un valido aiuto per chiunque, poiché aiuta a prevenire le malattie e i danni dell’invecchiamento. E’ importante insistere su questo punto, anche perché se nel nucleo famigliare è solo il malato a seguire questo regime dietetico, si sentirà inevitabilmente penalizzato e ancora più malato. In pratica il metodo Kousmine prevede che si assumano molte verdure, meglio se crude e all’inizio del pasto, accompagnate da carne, preferendo quelle bianche o di pesce e utilizzando oli ricchi di grassi polinsaturi (extravergine di oliva e di semi ) mettendoli crudi sugli alimenti. Si consiglia invece vivamente di ridurre il consumo di latticini e zuccheri, in particolare di quelli semplici contenuti nei dolci e nelle creme. I primi piatti, infine, dovrebbero essere di preferenza a base di cereali integrali. Questi consigli sono del resto gli stessi che l’Istituto Nazionale per la Ricerca, Alimentazione e la Nutrizione fornisce nelle sue linee guida e che sono validi per tutti. La dieta Kousmine si propone infatti di eliminare i comportamenti alimentari a rischio per la salute e per questo è raccomandata l’assunzione di alimenti di sicura provenienza biologica. Una precisazione importante riguarda il fatto che, pur non essendo una dieta vegetariana, la Kousmine prevede che sia nelle fasi iniziali della cura, che durante le fasi acute della malattia, non si debba assumere alcun alimento di origine animale, mentre si dovrebbe aumentare la quantità dei vegetali crudi consumati. Questo deve avvenire per periodi piuttosto brevi, perché una dieta vegetariana spinta rischia di essere fortemente sbilanciata, in particolar modo dal punto di vista delle proteine. Per il resto del tempo invece è importante che si segua una dieta di mantenimento, così da rafforzare il sistema immunitario. I farmaci, infatti, sono certamente di grande aiuto durante la fase acuta della malattia, ma se le cellule non sono indebolite dalla carenza di vitamine o oligoelementi, e al loro interno sono assenti eventuali sostanze tossiche che ne alterano il metabolismo, riusciranno a dare una risposta più immediata ed efficace. E’ importante sottolineare che in nessun modo il metodo Kousmine sostituisce la terapia farmacologica prescritta, anche se si avrà la sensazione di stare meglio. Ovviamente quella accennata è la dieta base: esistono infatti malattie per le quali alcuni alimenti, specie durante la fase acuta, sono fortemente sconsigliati. E’ il caso, ad esempio, della colite ulcerosa e della malattia di Crohn, per cui è vivamente controindicato assumere cibi ricchi di fibre durante le crisi. Ovviamente, se decidiamo di seguire questo metodo, dovremo rivolgerci ad un medico specializzato, che ci indicherà la dieta più adatta a noi.

Cos’è la dieta Kousmine?
Prende il nome dalla dottoressa russa che la elaborò nei primi decenni del Novecento e considera gli errori alimentari e la progressiva assunzione di sostanze tossiche e inquinanti presenti nell'ambiente una delle principali cause di malattie, favorite da un insufficiente apporto di verdura e frutta fresca e da un abuso di carne e grassi animali che comportano nel tempo il graduale indebolimento dell'organismo e del suo sistema immunitario. In base al fatto che le operazioni chimiche attraverso cui il corpo ricava l'energia necessaria per la vita avvengono solo in presenza di un'adeguata quantità di catalizzatori (oligoelementi e vitamine senza il cui apporto si verifica un accumulo di acidi nell'organismo), il metodo Kousmine ritiene indispensabile mantenere il grado di acidità del sangue, o pH, entro certi limiti. Per ottenere questo scopo, si considera necessaria un'alimentazione ricca di cereali integrali e cibi crudi (come frutta e verdure), altamente alcalinizzanti, e povera di carni e grassi animali (come il burro), che hanno invece proprietà acidificanti.
I pilastri del metodo Kousmine sono 4:
1 - una sana alimentazione;
2 - integrazione alimentare;
3 - igiene intestinale;
4 - riequilibrio dell'acidità dell'organismo.

Il Metodo Hebener
Al metodo Kousmine, si affianca il metodo Hebener. Esso si basa sul fatto che, come abbiamo detto prima, il meccanismo infiammatorio viene regolato dagli eicosanoidi. Riducendo quindi l'assunzione di acido linoleico fino a 1,8 g al giorno, e integrando la dieta con i grassi omega 3, selenio, vitamina E, e estratto di mollusco, si riuscirebbe a stimolare solo la produzione di quelli buoni, fermando quella degli eicosanoidi responsabili invece delle infiammazioni.
In particolare si vorrebbero eliminare gli acidi grassi trans e portare a 2 il rapporto omega 3/omega 6 (cioè i primi dovrebbero essere assunti in quantità doppia rispetto ai secondi), mentre bisognerebbe limitare l’apporto di acido arachidonico, riducendo nel contempo l’assunzione di carboidrati. I grassi trans infatti si trovano principalmente in quegli alimenti che contengono grassi idrogenati, quali ad esempio la margarina e il motivo per cui se ne dovrebbe diminuire la quantità riguarda la loro interferenza con il metabolismo degli acidi grassi essenziali, dei quali limitano la funzionalità. Fatta quindi eccezione per la particolare attenzione posta alla quantità e qualità degli acidi grassi ingeriti, il metodo Hebener è molto simile al Kousmine, del quale ricalca gli aspetti dietetici fondamentali (quantità e qualità del cibo, preferenza agli alimenti di origine vegetale eccetera).

Da non dimenticare

Ad ogni modo, qualunque metodo si scelga di seguire, è importante ricordare che il miglioramento che ciascun malato potrà osservare adottando queste diete è estremamente soggettivo: per alcune persone sarà minimo, mentre per altre potrebbe essere notevole. In ogni caso, prima di modificare in qualsiasi modo la propria alimentazione, è necessario chiedere il parere del proprio medico, che saprà senz’altro dare il consiglio migliore. Ricordiamoci infatti che il cibo può aiutarci a stare meglio, ma in caso di malattie, solo il medico e le medicine possono curare e, quando possibile, guarire.

 

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