Dormire bene
Dormire bene per riposare meglio
Quante volte ci ritroviamo a dire di aver dormito male, di sentirci più stanchi di prima, nonostante le otto ore di sonno? Sonno e riposo non sono sinonimi e le variabili che influenzano l’uno e l’altro sono numerose. Ecco qualche consiglio su come favorire il riposo.
Molti lo avranno sicuramente sperimentato: si può dormire per dieci ore filate e svegliarsi stanchi e spossati, mentre invece può capitare di sentirsi in gran forma con solo cinque ore di sonno. A fare la differenza è la qualità del riposo notturno. Dormire e riposare non sono sinonimi, e per questo motivo è importante capire quali siano i fattori che influenzano l’efficacia delle ore passate tra le braccia di Morfeo. Una cena abbondante, un’intensa attività fisica nel tardo pomeriggio, alcolici, caffeina e certamente lo stress possono compromettere, o addirittura annullare, l’azione riposante del sonno. Oltre a questi fattori poi, riveste primaria importanza anche la scelta del giaciglio: è davvero impossibile svegliarsi in forma se abbiamo passato la notte a rotolarci cercando la posizione più comoda ed è quindi importante che il letto sia quello giusto. Oggi il mercato ci viene incontro offrendoci un’ampia gamma di prodotti d’alta qualità, in grado di soddisfare le esigenze più disparate, dai problemi d’allergia a quelli di postura; l’unico dilemma è scegliere quello giusto per noi. Districarsi tra i pregi di un materasso in lattice piuttosto che tra le virtù di un futon o le meraviglie delle molle insacchettate può rivelarsi un’impresa assai ardua. Vediamo allora quali sono le principali caratteristiche dei prodotti oggi in commercio, in modo da rendere più consapevoli i nostri acquisti.
Per un buon riposo
Quando si sceglie un materasso è importante tenere ben presente quale sia il suo ruolo fondamentale, in altre parole quello di sostenere il corpo durante il sonno, mantenendo allineata la colonna vertebrale e favorendo il rilassamento dei muscoli. Se partiamo dal presupposto che i nostri progenitori dormivano per terra e che quindi il corpo umano si è evoluto adattandosi a questa circostanza, appare evidente che il nostro giaciglio non debba essere eccessivamente morbido. L’ideale sarebbe dunque orientarsi su un modello ortopedico costruito con materiali naturali e utilizzare delle reti con doghe in legno al posto di quelle metalliche, in modo da sostenere il corpo e mantenerlo nella giusta posizione. Anche la scelta del cuscino è fondamentale: meglio quelli in lana, cotone o altri materiali naturali, né troppo alti né troppo bassi, per un posizionamento ottimale del tratto cervicale.
Per quanto riguarda le coperte va osservato che quelle sintetiche, essendo poco traspiranti, rischiano di creare un ristagno d’umidità e di innalzare troppo la temperatura corporea, che durante il riposo si abbassa di circa un grado. Anche in questo caso dunque è meglio quindi orientarsi su materiali naturali, quali lana e cotone.
Secondo alcune teorie inoltre, è fondamentale l’orientamento del letto per facilitare un buon sonno: nello specifico si dovrebbe dormire con la testa rivolta a nord se ci si trova nell’emisfero settentrionale, e verso la direzione opposta se si è in quello sud. Secondo questa corrente di pensiero con il sonno si faciliterebbe la rimagnetizzazione cellulare corporea, indispensabile per un funzionamento ottimale della cellula stessa. Tanti consigliano addirittura di acquistare dei letti girevoli, in modo da poterli orientare comodamente nella direzione più opportuna.
E’ importante infine anche aerare correttamente la stanza, poiché l’aria viziata disturba il sonno: sarebbe quindi consigliabile, quando possibile, tenere le finestre aperte durante la notte.
Come scegliere il materasso
Un requisito fondamentale che deve avere il nostro letto è di farci sentire comodi. Per questo, al di là d’ogni considerazione tecnica, il solo modo di appurare se faccia davvero al caso nostro è provarlo. Stranamente molte persone si sentono in imbarazzo a sdraiarsi su un materasso esposto, mentre nessuno si vergognerebbe di provare una scarpa, eppure i due concetti sono molto simili: così come una calzatura può andarci stretta o essere scomoda a seconda del modello, così un letto può adattarsi o no alle nostre esigenze in funzione, ad esempio, della lunghezza o dell’inclinazione dello schienale. Inoltre, quello che per altri risulta perfetto potrebbe rivelarsi assai scomodo per noi: ecco perché è impossibile pensare di poter scegliere semplicemente guardando una fotografia o confidando nel passaparola. Tra i modelli disponibili oggi, possiamo trovare i classici materassi in lana e lana merinos, a molle, in lattice o in poliuretano. Vediamo allora le principali caratteristiche delle varie tipologie, così da avere le idee più chiare al momento dell’acquisto.
Il materasso in lana
E’ sicuramente il “modello più datato” su cui tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo dormito. Adorato dalle nostre nonne, questo materasso ha il pregio di assorbire molto bene l’umidità emessa dal nostro corpo (per traspirazione), facilitando la sua evaporazione, oltre ad essere estremamente morbido e caldo. Gli svantaggi però non sono pochi. Innanzi tutto manca un sostegno adeguato per la colonna vertebrale, che quindi si deforma a seconda delle posizioni assunte durante il sonno, in secondo luogo la lana tende a perdere elasticità col tempo e quindi richiede un’attenta manutenzione. Almeno una volta l’anno infatti è necessario eseguire la cardatura e il lavaggio della lana, eventualmente ne va aggiunta di nuova per ricostituire il volume iniziale (col sudore assorbito si determina un appiattimento del materasso). Per ultimo, ma non meno importante, la lana è un ottimo habitat per gli acari: va quindi evitata dalle persone allergiche e non è indicata per i bambini piccoli, che più di tutti tendono a soffrire di questi disturbi.
Recentemente si è molto diffuso l’impiego della lana merinos, che è ottenuta dalle pecore dell’omonima razza, originarie della Spagna e presenti oggi principalmente in Australia. Questa lana ha la caratteristica di esaltare le qualità positive che contraddistinguono tale materiale: è particolarmente calda, isolante (è usata dai beduini per proteggersi dal freddo della notte ma anche dal caldo del giorno) e igroscopica, poiché assorbe acqua e sudore, proteggendo quindi le articolazioni dall’umidità. Inoltre, contenendo una rilevante quantità di lanolina, essa si rivela anche d’aiuto per le affezioni reumatiche: questa sostanza è infatti impiegata nella preparazione delle pomate antinfiammatorie. Questo materiale infine è un buon isolante elettrico, e ci protegge dalle scariche elettrostatiche dovute allo strofinamento, consentendoci di dormire in totale relax.
Quando si sceglie un materasso in lana, è bene optare per una rete a doghe snodabili, piccole e indipendenti, in modo da assecondare il corpo in base alla posizione assunta.
Il materasso a molle
L’evoluzione del materasso in lana è stato quello a molle, che può vantare una tradizione, nel mondo occidentale, di ben 300 anni e rappresenta uno dei giacigli più diffusi in assoluto. La sua caratteristica principale è la presenza di molle al suo interno, che hanno la funzione di ovviare al problema della lana e sostenere la colonna vertebrale durante il sonno, adeguandosi alla differente distribuzione di peso. La sua struttura prevede che ci sia un tessuto di rivestimento esterno in materiale speciale che permette la traspirazione, evitando cosi il ristagno d’umidità all’interno del materasso stesso. Questo rivestimento è sfoderabile ed è completamente lavabile, anche se poche persone lo fanno realmente, poiché il riposizionamento si rivela estremamente complicato e per nulla agevole. Sotto questo primo strato se ne celano altri costituiti da materiali differenti, solitamente in lattice o schiuma di poliuretano, che hanno lo scopo di isolare ulteriormente le molle dal contatto diretto con il corpo e di aumentarne l’effetto ammortizzante. Queste ultime sono il vero e proprio cuore pulsante del materasso e possono essere di diversi tipi. In generale, il loro numero deve essere tanto più alto quanto più esse sono piccole: in questo modo le molle si adattano con maggior precisione alla superficie corporea; consentendo cosi un maggiore benessere. Di norma sull’etichetta del materasso sono riportate la loro quantità e distribuzione: a titolo d’esempio, per garantire un’efficienza adeguata, un materasso singolo (80x190cm) dovrebbe avere otto file di molle in larghezza e 24 in lunghezza ed essere dotato di uno spessore elevato, con rinforzi laterali e lungo i bordi. I materassi a molle più moderni prevedono che le molle siano “insacchettate”, in altre parole racchiuse in un sacchetto di tessuto speciale ad alta resistenza di usura, così da garantire un maggior confort.
In ogni caso questo genere di materassi ha il vantaggio di presentare una buona aerazione interna (e quindi un’ottima traspirazione per il corpo), regolata anche dalla presenza di fori laterali provvisti di aeratori, nonché di sostenere al meglio le persone di corporatura robusta. Per esaltare al massimo le proprietà di questo materasso, sono indicate le reti in doghe di legno, che gli conferiscono una base d’appoggio uniforme. Poiché le doghe ne compromettono in parte la ventilazione ottimale, sarebbe indicato scegliere un modello in cui lo spazio tra ciascuna di esse sia orientativamente di 6 cm, con una larghezza della superficie d’appoggio totale che sia pari a quella del materasso.
Il materasso in lattice
Negli ultimi anni, soprattutto per il progressivo aumento delle persone allergiche agli acari, si è imposta sul mercato una nuova tipologia di materasso completamente naturale: il materasso in lattice. Questa sostanza è ricavata dalla linfa dell’albero della gomma, l’Hevea brasiliens, che cresce nelle foreste dell’America Centrale e Meridionale, in Africa e nel Sud dell’Asia. Incidendo la sua corteccia infatti, si provoca la fuoriuscita di un liquido lattiginoso e vischioso, estremamente elastico. Al giorno d’oggi sono tantissimi gli oggetti realizzati con questo materiale (a cui però alcune persone si rivelano allergiche!) e non poteva quindi mancare anche il materasso, che rispetto a quelli tradizionali presenta interessanti vantaggi, primo fra tutti la sua resistenza alla deformazione. Il lattice è un polimero che può subire un eccezionale allungamento grazie alla sua elevatissima elasticità, che gli consente di mantenere a lungo la forma originale. Per un materasso, questo fatto riveste un’importanza notevole, poiché gli conferisce una durata pressoché infinita senza che cambino le caratteristiche iniziali. In particolare, la capacità di riprendere rapidamente forma favorisce un sostegno migliore della colonna vertebrale, perché il materasso non si deforma troppo sotto il peso del corpo, ma tende a modellarsi intorno ad esso, sostenendo in modo ottimale ogni sua parte. In questo modo non si provocano tensioni muscolare anomale, generalmente legate a una postura errata, ma si favorisce un totale rilassamento ed una conseguente migliore circolazione sanguigna. Il lattice consente poi un’elevata traspirazione, grazie alle microcellette che si vengono a formare durante la sua polimerizzazione, che danno luogo a una fitta rete di canali di aerazione.
Il vantaggio forse maggiore di questo tipo di materassi però è legato all’elevato grado di igienicità che essi sono in grado di mantenere: questo materiale gode infatti di spiccate proprietà antibatteriche e fungicide e per questo motivo è considerato a prova di acaro. Per chi si preoccupa dell’inquinamento elettromagnetico, infine, il materasso in lattice, non contenendo parti metalliche garantisce un buon isolamento anche da questo punto di vista.
In quanto a manutenzione, bisogna dire che questo tipo di materasso non ne richiede molta: va infatti girato periodicamente (circa una volta al mese) per permettere un’adeguata aerazione di tutte le parti, avendo cura non solo di girarlo sotto-sopra, ma anche di invertire la parte testa-piedi, mentre una volta alla settimana è consigliabile far prendere aria al materasso cosi da consentire l’evaporazione dell’umidità intrappolata al suo interno. Per questo motivo è consigliabile scegliere una rete a doghe non troppo larghe, che favorisca oltre che un adeguato ricambio d’aria, anche un elevato scambio di calore, poiché questo materasso tende ad assorbire quello corporeo e a rilasciarlo lentamente (il che va bene d’inverno, ma d’estate rappresenta uno svantaggio notevole).
Le meraviglie del poliuretano
Derivante dalla plastica, il poliuretano si ottiene dalla miscelazione di due componenti inizialmente allo stato liquido che, messi a contatto tra loro formano una schiuma che ne aumenta il volume fino a 30-40 volte. Attualmente sono state formulate delle schiume ecologiche, il cui agente espandente è l’acqua e si rivelano quindi privi di sostanze nocive non soltanto per l’ambiente ma anche per l’uomo. Essi hanno inoltre il pregio di essere anallergici, resistenti ed ergonomici. Inizialmente usati per la produzione di divani e affini, da poco sono sfruttati anche per fabbricare materassi. Il vantaggio di questi ultimi è l’elevato grado di personalizzazione: la densità della schiuma infatti si può regolare in base al peso dell’utilizzatore finale (orientativamente oscilla tra i 48 e i 54 Kg al metro cubo). In particolare, maggiore è la densità, più elevato è il peso che il materasso potrà supportare, garantendo la massima efficienza. Al contrario del lattice però, il poliuretano ha un’elasticità inferiore e per questo motivo dopo qualche anno si registra una perdita che per essere accettabile non deve superare il 15-20%. Una buona schiuma inoltre deve dimostrarsi traspirante e non trattenere troppo il calore, cosa che però il poliuretano, essendo un isolante per eccellenza tende a fare molto bene. Per tale motivo questo tipo di materassi è più indicato per chi vive in luoghi freddi, mentre è sconsigliato a chi soffra di sudorazione abbondante o che non abbia possibilità di aerare adeguatamente la stanza.
Il futon
Insieme a quello in lattice, è uno dei materassi più “in”: spesso dai 5 ai 15 cm, il futon è nato in Giappone per rispondere ai problemi di spazio, che nelle abitazioni tipiche di questo Paese è molto limitato. Questo materasso infatti si stende sul tatami (il pavimento naturale giapponese) per la notte ed è poi arrotolato e riposto durante il giorno. La versione giunta da noi è stata ampiamente adattata alle esigenze occidentali e ha quindi perso molto dell’originaria funzione salvaspazio. La sua più importante peculiarità è senz’altro rappresentata dal fatto che il futon è costituito interamente da materiali naturali ed è quindi pienamente il linea con le esigenze di chi cerchi un letto ecologico, ma bisogna fare attenzione al momento dell’acquisto, poiché molti letti spacciati per ecologici in realtà non lo sono per niente. Nei modelli disponibili nel nostro paese, il futon si caratterizza da un tatami usato come rete, che ha base molto bassa e larga, sopra al quale è poggiato il materasso. A questo proposito vale la pena di notare che questa accoppiata non è propriamente vincente. Infatti in Giappone il tatami altro non è che il pavimento di casa, e questa struttura così compatta non consente una buona aerazione del futon, cosa che è compensata dal fatto che il materasso è poi arrotolato e quindi aerato. Da noi questo non succede ed è quindi consigliabile sistemare il materasso sopra una rete, in modo da evitare la formazione di muffe e cattivi odori. Non avendo un sistema di sostegno interno, il futon richiede una rete che si adatti molto bene al corpo, ad esempio a doghe sottili e snodabili, che non contenga parti metalliche o in plastica. Un ultimo dettagli a proposito di questo tipo di letto riguarda la sua ergonomia: esso è infatti perfetto per persone non troppo alte (non oltre il metro e settanta), poiché essendo molto basso richiede un certo impegno per coricarsi e alzarsi, ed è quindi sconsigliato alle persone anziane.
COMBATTI L’ACARO
Se ne parla tanto, ma forse non tutti sanno cosa siano: stiamo parlando degli acari. Essi sono dei minuscoli animaletti invisibili a occhio nudo che si nutrono principalmente di frammenti di pelle. Per questo motivo i loro posti preferiti sono cuscini, letti e poltrone, ove si moltiplicano molto velocemente grazie anche all’umidità e alla poca luce, diffondendosi poi in altri ambienti, specie se ricchi di polvere. Per contrastarne efficacemente la proliferazione è necessario creare delle condizioni sfavorevoli alla loro sopravvivenza e quindi è consigliabile aerare spesso i locali per ridurre il tasso di umidità dell’aria e se possibile far prendere aria anche a cuscini e materassi. In secondo luogo è necessario rimuovere quanta più polvere possibile, meglio se con un aspiratore con vaschetta ad acqua o a microfiltri. In casa poi sarebbe opportuno sostituire i tendaggi pesanti con tende lavabili e dotare cuscini e materassi di un rivestimento anti-acaro, avendo comunque cura di lavarli spesso e di pulire periodicamente le superfici esterne di cuscini e materassi, in particolare in corrispondenza delle cuciture, dove questi animaletti si trovano in maggior misura. Ovviamente è consigliabile cambiare spesso anche la biancheria da letto.