Calcolosi renale
Prevenire e combattere i calcoli
Nel mondo ne soffrono moltissime persone e quando arrivano le coliche sono davvero dolori. Come fare per prevenire ed eventualmente curare il problema?
La calcolosi renale (o nefrolitasi) è una malattia ben nota fin dall’antichità. Infatti, nelle vie urinarie delle mummie sono stati ritrovati dei calcoli e Ippocrate ne parlava già nei suoi trattati. Questa malattia è caratterizzata dalla formazione di aggregati cristallini (i calcoli appunto) all’interno delle vie urinarie. La loro espulsione è spesso dolorosa e si caratterizza per le dolorosissime coliche, che ne sono il sintomo più evidente.
La loro presenza però può anche essere silente e possiamo non accorgercene per anni o addirittura per sempre, se siamo fortunati. I sintomi principali, al di là delle coliche, sono un certo dolore alla schiena, bruciore durante la minzione che può anche essere accompagnata da perdite di sangue.
Questo problema clinico è abbastanza frequente, colpendo fino al 6% della popolazione totale, con una particolare predilezione per il sesso maschile e ultratrentenne.
Esistono certamente dei fattori predisponenti per la formazione dei dolorosi sassolini e tra questi certamente si annoverano il sovrappeso, le ripetute infezioni urinarie, la sedentarietà e il fatto di bere poco. Un ruolo decisamente non trascurabile lo rivestono senz’altro anche i fattori alimentari: i calcoli sono infatti composti da sali di calcio (ossalato o fosfato o entrambi), ma escludere il calcio dalla nostra dieta sarebbe un errore madornale. Vediamo allora quali sono gli accorgimenti da adottare se scopriamo di soffrire di questo doloroso disturbo.
Qualche dato
Come dicevamo, l’assunzione del calcio, specie in età avanzata, è tutt’altro che un fattore predisponente alla formazione dei calcoli: essa risulta anzi un mezzo per la loro prevenzione, specialmente se il calcio è assunto in forma liquida insieme al potassio. Sulle persone giovani non si avevano dati a disposizione e per questo motivo per un periodo di 8 anni si è osservato un gruppo di 96000 donne di età compresa tra i 27 e i 44 anni, che non avessero mai sofferto di questa patologia. Ad esse è stato fatto compilare un questionario sulle loro abitudini alimentari e si è così potuto constatare che colore che seguivano una dieta ricca in calcio erano meno esposte all’insorgenza della calcolosi. Si è inoltre potuto appurare che una dieta molto ricca di fitati (sali dell’acido fitico presenti in molte verdure) può essere un valido aiuto nella prevenzione di questa patologia, poiché queste sostanze sequestrano alcuni elementi quali il ferro, il calcio, lo zinco e il rame, spesso implicati nella formazione dei calcoli.
Perché si formano
Un tempo la formazione dei calcoli era legata perlopiù alle infezioni urinarie (struvite), ma con l’avvento del benessere e con il miglioramento delle condizioni socio economiche nei paesi industrializzati hanno iniziato a manifestarsi delle calcolosi legati ad errata alimentazione. E’ il caso dei calcoli composti da ossalato di calcio e di quelli contenenti composti organici, quali acido urico, cistina e xantina. Le cause più probabili di questo fenomeno sono certamente imputabili ad un cambiamento non solo nell’alimentazione, ma anche dello stile di vita e dell’ambiente che ci circonda.
Ma come si formano i calcoli?
I minerali sono normalmente disciolti nel sangue prima e nelle urine poi. Normalmente essi rimangono in soluzione, ma in condizioni particolari riescono ad aggregarsi formando dei cristalli che diventano via via sempre più grossi. Affinché questo succeda, innanzitutto le urine devono essere molto concentrate e questo accade quando si suda molto e non si reintegrano i liquidi persi, oppure quando si beve poco o non si urina frequentemente. Anche dopo i pasti accade che la concentrazione delle urine aumenti improvvisamente e questo favorirebbe la formazione dei calcoli. Il nostro corpo però ha delle difese naturali contro questo fenomeno, come la presenza di sostanze che la contrastano e il pH delle urine.
A volte però, per qualche motivo queste difese naturali vengono a mancare oppure sono carenti per predisposizione genetica e allora ecco che si ha la formazione dei calcoli.
Per ovviare a tutto questo è necessario che si riduca l’escrezione urinaria dei sali responsabili della loro formazione, aumentandone contemporaneamente la diluizione e agendo contemporaneamente su tutti quei fattori che ne determina la precipitazione.
Beviamo
Innanzitutto bisogna bere molto. Assicurando una diuresi di almeno due litri al giorno si riduce il rischiosi sovrasaturazione, poiché le urine si presenteranno molto diluite. Per arrivare a questo risultato è importante introdurre con le bevande e con il cibo, oltre tre litri di acqua al giorno, calcolando anche la quantità persa tramite la respirazione, il sudore, le urine e le feci.
Questa quantità deve essere distribuita durante tutto l’arco della giornata, in particolare in quei momenti in cui di solito si beve meno e cioè durante la notte, al mattino presto e dopo i pasti. Ma è importante bere anche e soprattutto nei casi in cui le perdite di liquidi siano aumentate, come durante l’estate, quando si fa uno sforzo fisico e in caso di vomito o diarrea.
E’ consigliabile infine, se possibile, bere anche un bicchiere d’acqua durante la notte e dopo avere urinato.
Cosa non bere
Se tutti si è d’accordo sul fatto che si deve bere molto, cosa bere crea invece un po’ di discordia. In primo luogo perché anche i liquidi contengono sali e concorrono quindi ad aumentare la loro concentrazione nelle urine e in secondo luogo perché diluendo eccessivamente queste ultime si diluiscono anche gli inibitori della cristallizzazione in essi presenti.
Ad ogni modo i vantaggi di bere molta acqua superano di gran lunga gli inconvenienti che la sua assunzione eccessiva potrebbe comportare e per questo rimane sempre il consiglio più raccomandato in caso di calcolosi. Sarebbero da preferire quelle acque il cui contenuto sia inferiore ai 50-60 mg/litro di calcio, ma in ogni caso anche l’acqua del rubinetto va più che bene. Si dovrebbe limitare invece l’assunzione di succhi di frutta, caffè e thè, ricchi di ossalati e di latte, per via del calcio. Se non si vogliono acidificare le urine, inoltre, sarebbe meglio evitare le bevande gassate, mentre non esiste nessuna controindicazione, a parte l’assunzione di alcol, per il consumo di vino.
I calcoli da calcio: come e perché
La più frequente forma di calcolosi è legata all’espulsione del calcio con le urine. Prima di intervenire in qualsiasi modo è importante capire a cosa sia dovuto questo fenomeno, poiché il calcio è un elemento estremamente importante per il nostro benessere e ridurne l’assunzione potrebbe rivelarsi un grosso sbaglio. Ci sono casi in cui si ha un eccessivo assorbimento di calcio a livello intestinale, oppure dei problemi a livello renale o ancora un eccessivo riassorbimento osseo che determina il rilascio di questo elemento nel sangue. Solo una volta individuato il problema e aver impostato la corretta terapia si può pensare al calcio dietetico, che in ogni caso non andrebbe ridotto. In particolare se ne dovrebbero assumere 800-1000 mg al giorno, avendo cura di moderare anche l’introito proteico, che se in eccesso stimola l’eliminazione del calcio. Si dovrebbe inoltre diminuire l’apporto di sale aumentando nel contempo quello di fibra in modo da avere un equilibrio ottimale di questo elemento.
Nelle donne in menopausa ridurre il calcio avrebbe serie ripercussioni sul sistema scheletrico e per questo motivo anche se si è in presenza di calciuria (calcio nelle urine) è bene curarla esclusivamente per via farmacologica, in modo da non aggravare l’osteoporosi tipica di questa fase della vita. Anche evitare il sovrappeso è una buona norma per contrastare la formazione di calcoli.
Cosa fare con gli ossalati
Un altro tipo di calcolosi è quella di tipo ossalico. Essa esiste in due forme: una primaria, legata ad aspetti genetici, e una secondaria, dovuta invece a malassorbimento intestinale.
Rispetto al calcio, l’escrezione di ossalati è più determinante nella formazione dei calcoli. Quelli dietetici costituiscono normalmente il 10-20% degli ossalati escreti, mentre il resto proviene dal metabolismo. Per questo motivo l’orientamento è quello di ridurre il più possibile quelli provenienti dalla dieta, evitando quindi alimenti quali il cioccolato, gli spinaci, le barbabietole, il prezzemolo, le verdure a foglia scura, le melanzane, la frutta secca, il caffè, il thè e i cavoletti di Bruxelles.
Quelli da urati
Esiste un altro tipo di calcolosi: quella da urati. Queste sostanze derivano dal metabolismo delle purine, cioè le basi azotate che costituiscono il dna. Esse vengono in parte introdotte con l’alimentazione (in particolar modo con una dieta iper proteica) e l’organismo le metabolizza ad acido urico e suoi sali, che hanno scarsa solubilità in acqua (e quindi nelle urine). Al contrario di quanto si pensi però, non sempre la formazione di calcoli è correlata con la presenza di acido urico (uricemia) nel sangue, la cui manifestazione più frequente è la gotta. La gran parte di chi soffre di questo tipo di calcolosi presenta anzi dei valori perfettamente normali. Alla base della formazione dei calcoli, c’è un’eccessiva concentrazione di acido urico, per il quale mancano naturali inibitori di cristallizzazione. Questo può accadere ad esempio se l’escrezione urinaria è troppo abbondante così come se al contrario è esigua. Anche l’acidità delle urine è un fattore predisponente alla precipitazione dell’acido urico e per questo motivo chi ne soffre dovrebbe astenersi dal consumare abitualmente bevande gassate.
Per questo tipo di calcolosi la dieta deve essere rigorosamente controllata dal punto di vista delle proteine, In particolare non si dovrebbe superare la dose raccomandata di un grammo per chilo di peso corporeo e ridurre al minimo tutti quegli alimenti che sono fonte di purine, quali i derivati della carne, le frattaglie, la cacciagione e i frutti di mare.
Bere molto è ovviamente molto importante: almeno due litri di acqua al giorno, incrementando i consumi in quei periodi in cui si suda maggiormente, ovvero durante gli sforzi fisici e quando fa caldo, ma anche in caso di vomito o diarrea. Visto che il basso pH favorisce la cristallizzazione, è consigliabile orientare la propria scelta verso le acque alcaline (con pH superiore a 7), mentre bisognerebbe evitare le bevande zuccherate e gli alcolici. Anche il cacao, il thè e il caffè dovrebbero essere assunti con parsimonia, così come quei cibi che hanno effetti acidificanti, quali il riso e la pasta e quelli ricchi di fruttosio, come le pesche, le albicocche, le arance, le banane e l’uva. Da evitare, infine, i dolcificanti a base di fruttosio.
Consigli generali
In ultima analisi, per evitare la formazione dei calcoli, è necessario lavorare su quei fattori che la favoriscono, quali il sovrappeso, una dieta sbilanciata (in particolare dal punto di vista delle proteine), lo scarso apporto di fluidi e la sedentarietà. Poi ovviamente occorrono delle analisi approfondite e certamente il parere del medico, assolutamente indispensabili in questi casi. Ma, comunque, seguendo questi semplici accorgimenti saremo in grado di prevenire questa dolorosa evenienza o quantomeno di diminuirne la comparsa. La cosa importante è di evitare il fai da te e rivolgersi a uno specialista non appena ci accorgiamo che qualcosa non và.
Ecco un esempio di dieta
In generale (ma la deve prescrivere un medico quella giusta) chi soffre di calcoli dovrebbe limitare il consumo di carmi e salumi, così come di quelle verdure, come gli spinaci, la frutta secca o il rabarbaro, che siano molto ricche di ossalati, tra i primi responsabili della loro formazione.
Non ci sono problemi invece per pane, riso, pasta e pesce, mentre latte e derivati andrebbero consumati con parsimonia, ma senza scendere sotto la dose raccomandata di un grammo di calcio al giorno. Via libera invece a frutta e verdura fresche, poiché contengono acqua e potassio, citrato e magnesio, estremamente utili per prevenire la formazione dei calcoli.
Infine, ultimo ma non meno importante, bere. Fino a tre litri di acqua durante la stagione calda o se si compiono sforzi fisici.
Curiosità: perché i calcoli hanno questo nome?
È noto che la parola calcolo deriva dal latino calculus, che significa ciottolo.