SALUTE
Educazione alimentare e stile di vita
Oggi più che mai si è reso necessario insegnare a tutti, e in
particolari ai bambini, le regole di una sana e corretta alimentazione.
Questa necessità scaturisce dall’insana contraddizione di questa società
opulenta, dove la disponibilità di cibo è talmente enorme, almeno per i
più fortunati, da creare non pochi problemi di salute.
Mangiare troppo e disordinatamente senza neppure avere la possibilità di
consumare le energie in eccesso, fa ammalare più che il digiunare. Lo
constatiamo giornalmente quando ci pesiamo, o quando ci viene il fiatone
dopo aver fatto una piccola corsa per prendere il tram o l’autobus.
L’assurdità è che poi si pensa di rimediare facendo una drastica e
stressante dieta per alcuni giorni, per poi riprendere ad ingerire
alimenti senza una logica nutrizionale.
Il dilemma è proprio questo, imparare a mangiare con razionalità, quindi cibo per nutrirsi, non solo per riempire la pancia.
Se si hanno delle buone basi di conoscenza del valore nutrizionale del
cibo, si può affronta il tema dell’alimentazione con serietà, evitando
di soffermarsi esclusivamente sugli aspetti edonistici.
In genere, si discute delle ricette da preparare, sul tipo di dieta da
fare per dimagrire, sui cibi grassi e non, sulla differenza tra alimenti
surgelati e freschi, e via discorrendo. Argomenti sicuramente
interessanti, che però non entrano assolutamente nel merito degli
aspetti nutrizionali degli alimenti. Tanto meno, poi, si accenna a tutte
quelle situazioni derivanti da intolleranze e allergie alimentari o
alle problematiche esistenti tra cibo e farmaci, agli stress emotivi
legati all’ansia e che spingono a mangiare sempre di più, fino alle
patologie quali l’anoressia-bulimia, il diabete, l’obesità e mille altre
condizioni connesse all’assunzione di cibo.
La questione di base è sempre la stessa: la disinformazione su tutto ciò
che riguarda gli alimenti e la loro funzione per il corpo umano. E’
vero che si parla molto di cibo e gastronomia, ma la comunicazione,
spesso condizionata dal business, tende sempre a banalizzare l’argomento
e a spingere il consumatore a mangiare prima con gli occhi che con la
mente. Niente di più errato, perché cosi non si tiene assolutamente
conto degli apporti calorici e nutrizionali degli alimenti inghiottiti.
L’ideale, e ci stiamo arrivando, sarebbe che tutti i prodotti alimentari
indicassero in etichetta, oltre al contenuto, gli aspetti nutrizionali e
le quantità medie giornaliere da ingerire. Oltre al fatto che anche i
consumatori devono abituarsi a leggere le etichette, per scegliere i
prodotti più adatti alla propria alimentazione. Succede invece che la
maggior parte dei consumatori acquistano ancora d’impulso, senza leggere
nulla, badando esclusivamente all’aspetto esteriore (la confezione) o
al posizionamento (a vista) che il prodotto ha sullo scaffale.
E’ evidente che c’è qualcosa che non va!
L’acquisto indiscriminato di
cibo, compiuto senza la corretta valutazione sul contenuto nutrizionale e
salutistico, non è più adeguato ai tempi attuali. La grande varietà di
alimenti a disposizione e i moderni stili di vita richiedono una
maggiore attenzione alla propria dieta; sono maturati i tempi in cui è
necessario mangiare bene per stare meglio. Se fino ad oggi ci siamo
alimentati principalmente per appagare il piacere della vista e del
palato, e ci siamo compiaciuti –psicologicamente- della disponibilità di
tanto cibo, in futuro non sarà più cosi. Si dovrà necessariamente
cambiare sistema, perché i malanni che si celano dietro un’errata
alimentazione e uno scorretto stile di vita sono in continuo aumento.
Basta scorrere i dati sulle cause delle principali malattie che
affliggono l’uomo (e la donna) per capire l’influenza
dell’alimentazione. Un dato che dovrebbe far riflettere tutti, in
particolare gli organi istituzionali preposti alla sanità e
all’istruzione scolastica di ogni ordine e grado. Solo insegnando a
conoscere gli alimenti e la loro funzione (reale) si potrà raggiungere
l’insperato obiettivo, oltre a educare il consumatore a mangiare secondo
le proprie necessità, salvaguardando cosi la propria salute per evitare
l’incremento delle patologie derivanti dalla errata alimentazione.
Anche perché - e qui arriva la nota dolente - il sistema sanitario
italiano e mondiale è in crisi.
Nel capitolo dei costi delle
amministrazioni regionali, la spesa sanitaria è al primo posto ed è in
continuo aumento. Le Regioni, in grande difficoltà nel reperire i fondi,
stanno cercando nuove formule per limitare la spesa sanitaria, come ad
esempio l’introduzione di nuovi ticket e il contemporaneo rincaro di
quelli esistenti. Quindi, come sempre accade, saranno i pazienti a dover
pagare maggiormente le prestazioni mediche, con il risultato che il
loro potere d’acquisto si assottiglierà sempre di più e l’economia
generale ne risentirà negativamente.
Un quadro abbastanza pessimistico che potrebbe concretamente modificarsi
in positivo attraverso l’applicazione di una semplice regola:
“prevenire è meglio che curare!”. Non serve molto… basta insegnare
l’educazione alimentare.