Canapa
Canapa: Cia, la filiera non si arrende. Stop a norma in Ddl Sicurezza
L’evento di settore per ribadire “no” a provvedimento ingiusto e chiedere tavolo con operatori. Salvare comparto da mezzo mld guidato da giovani
Salvare la canapa italiana. È con questo obiettivo che la filiera si è riunita nella sede di Cia-Agricoltori Italiani per dire ancora una volta “no” alla norma del Ddl Sicurezza che rischia di distruggere uno dei segmenti di eccellenza del Made in Italy agroindustriale per ragioni esclusivamente ideologiche.
Tutti insieme, protagonisti ed esperti del settore, radunati a Roma all’Auditorium Giuseppe Avolio, hanno chiesto un cambio di passo al governo contro un provvedimento totalmente ingiusto. Vietare infatti la coltivazione, la lavorazione e la vendita delle infiorescenze della canapa e dei suoi derivati, come propone l’articolo 18 del disegno di legge attualmente in discussione al Senato, equivale a cancellare in un colpo solo l’intero comparto, che già oggi vale 500 milioni di fatturato annuo e conta oltre 15 mila posti di lavoro. Rendendo così illegale una filiera ad alto valore aggiunto e a trazione giovanile, ma soprattutto dall’enorme potenziale produttivo e di investimento tra cosmesi, erboristeria, bioedilizia, florovivaismo, tessile, alimentare, tutti impieghi ampiamente riconosciuti dalla normativa Ue e che potrebbero generare, entro il 2030, fino a 10 miliardi di euro.
“È inaccettabile mettere a rischio una filiera a causa di pregiudizi -ha detto il presidente di Cia, Cristiano Fini-. Per questo oggi lanciamo un nuovo appello alle istituzioni, affinché si torni indietro sul Ddl Sicurezza e si apra subito, invece, un confronto approfondito con gli operatori per garantire al settore della canapa industriale un quadro normativo chiaro ed equo, partendo dalla convocazione del Tavolo di filiera presso il Ministero dell’Agricoltura. Lavoriamo insieme per valorizzare, e non affossare, un comparto in piena crescita che non ha nulla a che fare con il mercato delle sostanze stupefacenti”.
Anzi, ha aggiunto il presidente dei Florovivaisti Italiani di Cia, Aldo Alberto, “la canapa rappresenta un’occasione unica per i territori, dal punto di vista economico e ambientale. Contribuisce a ridurre il consumo di suolo, diserbare i terreni e bonificarli dai metalli, oltre a essere una produzione molto versatile. Dalla pasta alla farina senza glutine, fino all’olio ricco di Omega 3 e dalle spiccate proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. E poi c’è la realizzazione di tessuti green e resistenti perfetti per maglie e borse come per sacchi e tappeti, ma anche di mattoni ecologici utili nella bioedilizia, senza dimenticare gli utilizzi per creme, tinte e persino detersivi. Un patrimonio da rilanciare, non da gettare via”.
Eppure il pericolo adesso è altissimo: “Se il provvedimento nel Ddl Sicurezza non verrà stoppato chiuderanno migliaia di imprese, con effetti diretti anche sull’export, in un mercato che vale 2 miliardi solo in Europa -ha ribadito il presidente di Canapa Sativa Italia, Mattia Cusani-. E i produttori, con gli altri attori della filiera, saranno costretti a lunghi e costosi ricorsi in sede giuridica, pur di vedersi riconosciuti diritti previsti dalle normative comunitarie”.
“A parte le iniziative politiche o giuridiche che intraprenderemo -ha evidenziato il presidente di Federcanapa, Giuseppe Croce- credo che dovremmo investire anche in un grande programma comune di informazione e formazione sui benefici della canapa, coinvolgendo molte realtà esterne al settore, che sono o possono diventare nostri preziosi alleati”.
Intanto, per il vicepresidente del Gruppo di lavoro Canapa del Copa-Cogeca, Iacopo Paolini “il lavoro svolto finora all’unisono dalle varie associazioni in questo momento difficile, deve darci maggior fiducia e speranza che insieme ce la faremo a tutelare e supportare il settore nazionale della canapa”.
D’altronde, “la canapa è una coltura tradizionale italiana ed europea, parte della nostra storia agricola e del nostro futuro sostenibile -ha concluso l’amministratore delegato di EIHA-Associazione europea canapa industriale, Lorenza Romanese-. Siamo alla fine del 2024: non ci sono più scuse per continuare a confonderla con una pianta narcotica. Abbiamo tutti gli strumenti per comprendere il suo valore e il momento di regolamentare, coltivare e integrare questa risorsa è adesso!”.
All’evento sono intervenuti anche Gianpaolo Grassi, agronomo; Giacomo Bulleri, Studio Legale Bulleri Advisory and Advocacy; Lorenzo Simonetti, cassazionista Studio legale Simonetti/Miglio; Rachele Invernizzi, ceo South Hemp Tecno srl; Marco Tosi dell’Azienda Agricola Meccannabis di Arcore (Monza Brianza); Sebastian Malagola dell’Azienda Agricola Malagola di Carpi (Modena) e Giovanna Brogna dell’Azienda Agricola Gabro di Corigliano (Cosenza).