Mamme e alcol
Giornata internazionale di sensibilizzazione sulla FASD, Assobirra: il 65% delle donne italiane è informata sui rischi ma 1 su 3 non sospende il consumo di alcol in gravidanza.
Frausin: “c’è ancora molto da fare per una maggiore consapevolezza dei comportamenti scorretti”
“Il 65% delle donne italiane è informata sui rischi che corre il nascituro se si beve alcol in gravidanza, eppure 1 su 3 non smette di consumare bevande alcoliche… anche per questo abbiamo deciso quest’anno come AssoBirra (Associazione Nazionale dei produttori della Birra e del Malto), insieme a SIGO (Società Italiana dei Ginecologi e degli Ostetrici) di rilanciare, per la terza edizione, la campagna “Se aspetti un bambino l’alcol può attendere”. Queste le parole di Alberto Frausin, Presidente AssoBirra, in occasione della “Giornata Internazionale di Sensibilizzazione sulla FASD (fetal alcohol spectrum disorder)” giunta quest’anno alla sedicesima edizione.
Secondo un recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità, sono circa 70 milioni di individui in tutto il mondo - l’1% della popolazione mondiale – a soffrire delle conseguenze dell’esposizione all’alcol subìta prima di nascere, ossia ancora nel grembo materno. Un argomento ancora non del tutto noto e sul quale è importante porre l’attenzione delle consumatrici. “Noi rappresentiamo i produttori di birra – prosegue Frausin – e, nonostante la nostra bevanda contenga una bassa quantità di alcol rispetto ad altre bevande alcoliche, sentiamo comunque l’esigenza di contribuire all’affermazione di un modello di consumo responsabile e consapevole. Il messaggio è semplice e non deve limitarsi al 9 settembre ma deve essere trasmesso ogni giorno: le donne in gravidanza, ma anche quelle che stanno provando ad avere un figlio, non devono bere alcolici”.
Uno studio DOXA per AssoBirra (Associazione Nazionale dei produttori della birra e malto), ha messo in luce come ancora oggi il 67% delle donne che bevono alcol non reputa rischiosa una assunzione saltuaria di bevande alcoliche in gravidanza. Insomma, nel corso degli ultimi anni la consapevolezza sui rischi legati al consumo di alcol in gravidanza è aumentata, ma ci sono ancora margini di miglioramento.
La campagna “Se aspetti un bambino l’alcol può attendere”, promossa per la prima volta nel 2007 e giunta lo scorso Giugno alla sua terza edizione, è nata in collaborazione con SIGO e prosegue proprio con lo scopo di aumentare la conoscenza sul tema e continuare ad informare chi aspetta un figlio o sta provando ad averlo o chi ancora non sa quali siano i comportamenti corretti da adottare in gravidanza.
La Campagna ha ricevuto in passato l’apprezzamento e il sostegno del Ministero della Salute, ottenendo il marchio Guadagnare Salute. Attraverso il sito web appositamente creato (www.seaspettiunbambino.it) AssoBirra ha messo in contatto durante il tempo della campagna – dal 9 Giugno al 9 Agosto – mamme, neo mamme o future mamme con Enrico Vizza, Segretario SIGO e Direttore UOC di Ginecologia Oncologica del Dipartimento di Chirurgia Oncologica dell’ Istituto Nazionale “Regina Elena”, che ha risposto ai loro dubbi sul sito web al femminile.it.