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Merendine

ECCO LE “FAKE NEWS” PIU DIFFUSE SUI PRODOTTI DA FORNO (A CUI I NOSTRI CONNAZIONALI CREDONO)
NEL NOSTRO PAESE 21 MILIONI DI ITALIANI ADULTI CONSUMANO MERENDINE

Per la prima volta una ricerca commissionata alla Doxa dall’AIDEPI (Associazione delle industrie del dolce e della pasta) ha analizzato il vissuto della popolazione italiana adulta con le merendine, sondando l’opinione dei nostri connazionali in merito alle principali bufale che riguardano i prodotti da forno. E’ emerso che gli italiani ne sanno davvero poco e si lasciano (quasi sempre) ingannare dalle fake news…
Oggi nel nostro Paese 4 italiani adulti su 10 consumano merendine, in media 2 volte a settimana. 
Quelli che sono anche genitori, inseriscono la merendina nella top five delle merende date ai propri figli (al primo posto c’è la frutta).

Chi ha pensato che siano “solo” un prodotto per bambini ora dovrà ricredersi. Oggi, nel nostro Paese, ben 21 milioni di italiani (adulti) consumano merendine. Ma se da un lato i numeri di questa ricerca raccontano la fidelizzazione degli italiani verso quest’alimento, dall’altro emerge che i nostri connazionali si lasciano ingannare dalle “bufale” che da anni si sono diffuse (soprattutto on line) intorno alle merendine. E’ quanto emerge da una ricerca DOXA - AIDEPI (Associazione delle industrie del dolce e della pasta) che ha analizzato il vissuto dei nostri connazionali con le merendine con l’obiettivo di conoscere l’opinione degli italiani sui principali “falsi miti” che riguardano questo prodotto. 

LE CONSUMANO 4 ITALIANI ADULTI SU 10: MERENDINA MUST PER I MILLENNIALS
Nel nostro Paese il 38% degli italiani sono consumatori di merendine e lo fanno in media 2 volte a settimana. Gli “habitue” di questo prodotto soprattutto under 35 (il 59%) che alla merendina non sanno proprio rinunciare. Ma le consumano anche i 40-50 enni e, un po’ meno, gli over 60. Chi consuma le merendine lo fa soprattutto a merenda (65%), risultato che si ottiene sommando lo spuntino di metà mattina a quello di metà pomeriggio, e a seguire a colazione (41%). Sono pochi quelli che le consumano di sera (10%) e ancor meno quelli che lo utilizzano come dolce dopo pranzo (7%). Le merendine più amate dagli adulti sono le stesse che mangiavano da piccoli, a confermare un forte legame emozionale verso il prodotto: in testa quella tipo brioche (che è amata soprattutto dai più giovani under 35) seguita da quella a base di pasta frolla, tipo plumcake e a base di pan di spagna.  

GLI ITALIANI CREDONO ALLE PRINCIPALI “BUFALE” SULLE MERENDINE 
La ricerca Doxa/Aidepi ha fatto luce sulla percezione di alcune delle principali bufale associate alle merendine. Cosa è emerso? Che gli italiani sulle merendine ne sanno davvero poco e su 5 importanti tematiche hanno convinzioni totalmente sbagliate:
Oggi l’85% degli italiani non sa che nelle merendine non ci sono più gli acidi grassi trans (le grandi aziende dolciarie italiane li hanno tolti da tempo) 
8 italiani su 10 pensano che le merendine siano più caloriche delle merende fatte in casa (una merendina invece contiene meno calorie di un trancio di pizza, di un panino “imbottito” o di una fetta di torta fatta in casa). 
3 italiani su 4 (75%) sono d’accordo sul fatto che le merendine siano la causa dell’obesità infantile. Su questa falsa credenza va ricordato che - oltre a innumerevoli studi scientifici che evidenziano come non sia solo l’assunzione di cibi a determinare l’obesità ma lo stile di vita - una recente ricerca ha scoperto che in Italia proprio nelle regioni dove c’è un maggior consumo di merendine (al Nord Italia) ci sono i minori tassi di obesità. 
Il 63% pensa che lo zucchero di una sola merendina faccia superare il bisogno giornaliero di zucchero di un bambino (e invece non è vero)
 Sempre il 63% non sa che le merendine vengono fatte anche con il lievito madre (viene utilizzato per molte merendine)

MENTRE SU ALCUNI TEMI LA PERCEZIONE DEGLI ITALIANI STA MIGLIORANDO
Va tuttavia segnalato che, interrogati su altri temi che riguardano le merendine, gli italiani mostrano di avere una consapevolezza maggiore. Ad esempio oggi la metà degli italiani (parliamo di 27 milioni di persone) sa che le merendine contengono meno grassi, zuccheri e sale di 15 anni fa. E 6 italiani su 10 sanno che nelle etichette delle merendine ci sono tutte le indicazioni utili per scegliere quella più adatta al proprio stile di vita. Per fortuna sono quasi tutti concordi (89%) sul fatto che le merendine sono un alimento anche per gli adulti (e non solo per i bambini). 

GENITORI E FIGLI: MERENDINE NELLA “TOP FIVE” DELLE MERENDE DATE AI PROPRI FIGLI 
Lo studio è stato anche l’occasione per chiedere ai genitori (con figli 0-18) quale è la merenda che danno con maggior frequenza ai loro figli. La merendina si colloca nella “top five” degli alimenti preceduta da frutta, in testa con il 51%, yogurt (42%), snack salato (28%), e panino (24%). Oggi ben 8 genitori su 10 (81%) danno a merenda ai propri figli una merendina e lo fanno in media 2/3 volte a settimana, dimostrando una corretta alternanza con altre tipologie di merenda, nell'ambito di un consumo consapevole. Inoltre confrontando la merenda dei genitori con quella dei figli scopriamo che gli adulti consumano più o meno la stessa quantità di frutta dei loro figli (55% vs 51%), meno yogurt (30% vs 42%), snack salati (22% vs 28%) e meno merendine (14% vs 22%). 

PRATICHE E INNOVATIVE: SONO UN BUON COMPROMESSO PER CHI HA POCO TEMPO A DISPOSIZIONE
Ma cosa pensano gli italiani delle merendine? Tra i consumatori l’opinione più diffusa è che la merendina sia una scelta tutto sommato accettabile per fare merenda quando si ha poco tempo a disposizione (84%). Per 7 italiani su 10 (68%) le merendine sono un prodotto innovativo, sempre al passo con i tempi e con le esigenze dei consumatori moderni. E ancora: il 63% considera le merendine un prodotto pratico e buono con cui fare merenda in ogni occasione. Infine il 40% ritiene che le merendine siano un prodotto nutrizionalmente valido, che puo trovare posto alternandolo ad altri alimenti, nel contesto di un’alimentazione equilibrata.  

FAKE NEWS E POST VERITA’ -  QUELLO CHE GLI ITALIANI NON SANNO SULLE MERENDINE
Come emerge dai risultati della ricerca Doxa/Aidepi “Gli italiani e le merendine”, le false credenze sulle merendine sono particolarmente radicate nel pensiero degli italiani. Un dossier scientifico, firmato dagli esperti del comitato editoriale del sito merendineitaliane.it, ci spiega come stanno realmente le cose e perchè alcuni convincimenti sulle merendine sono sbagliati e confondono i consumatori tra cui molte mamme. 

Siamo nell’era delle fake news e della post verità, che hanno scelto il mondo del cibo per veicolare una comunicazione spesso parziale, scandalistica e fuorviante. Dall’ananas che brucia i grassi agli agrumi che prevengono il raffreddore fino al fatto che eliminando il glutine si dimagrisce: non si contano più le bufale alimentari che corrono veloci sul web. Un fenomeno che riguarda anche le merendine italiane, spesso alle prese con “falsi miti”: non ultimo quello di causare l’obesità infantile. Proprio perché l'informazione, soprattutto in ambito alimentare dovrebbe essere affrontata con obiettività e chiarezza, il comitato scientifico del sito merendineitaliane.it attraverso il contributo di Valeria Del Balzo, biologa nutrizionista e Michelangelo Giampietro, medico dello sport e nutrizionista ha realizzato un dossier scientifico sulle merendine per dire effettivamente come stanno le cose e sfatare, una volta per tutte, queste credenze. Anche perché, stando ai dati di un’indagine Doxa/AIDEPI (Associazione delle industrie del dolce e della pasta), che ha analizzato il vissuto degli italiani con le merendine (vedi comunicato allegato) questi falsi miti, in realtà, sono percepiti dagli italiani come delle verità.

LE MERENDINE NON CONTENGONO ACIDI GRASSI TRANS (MA L’85% DEGLI ITALIANI NON LO SA)
Le aziende italiane associate AIDEPI non utilizzano oramai da anni gli acidi grassi trans che sono praticamente scomparsi in Italia. In pochi casi se ne potrebbero rilevare minime tracce, che sono riferite alla naturale formazione degli acidi grassi trans in alcuni ingredienti, ma in generale si può affermare che oggi nei prodotti da forno non sono più presenti questo genere di grassi. 

LE MERENDINE NON SONO “PIU’ CALORICHE” DI MERENDE PERCEPITE COME SANE 
(MA IL 78% DEGLI ITALIANI NON LO SA ) 
Le merendine, inserite in modo ragionevole nell’alimentazione quotidiana non fanno ingrassare. Il rischio, come per molti altri alimenti, è legato, casomai, all’abuso. Una merendina contiene mediamente dalle 110 alle 180-200 calorie, e copre in media tra il 6 e il 7% della quantità di energia raccomandata ogni giorno a bambini e ragazzi. Non apporta dunque più calorie di una porzione di pizza margherita (213kcal) o di un panino con il prosciutto crudo (210kcal). *
In generale l’industria italiana mette a disposizione del consumatore una produzione di merendine molto diversificata, non solo per tipologia ma anche per dimensione e questo è un punto molto importante, perché, mentre a casa nel tagliare una fetta di torta, non sappiamo esattamente quali saranno le calorie che andremo ad ingerire, tutte le merendine confezionate presentano un porzionatura prestabilita e un’etichetta nutrizionale su cui è possibile leggere i contenuti calorici e nutritivi e quindi scegliere con consapevolezza.

LE MERENDINE NON SONO LA CAUSA DELL’OBESITA’ INFANTILE (MA IL 75% DEGLI ITALIANI NON LO SA)
E’ il falso mito per eccellenza: quello che le merendine siano la causa dell’obesità infantile. Niente di più sbagliato. Come non fossero bastati pediatri, nutrizionisti e medici sportivi a dire che sovrappeso e obesità non dipendano solo dall’assunzione di cibi ma dalle quantità e dagli stili di vita, è arrivata a sconfessare questa credenza anche una elaborazione Aidepi su dati Iri/Occhio alla Salute. Lo studio ha infatti mostrato come proprio nelle regioni italiane dove c’è il maggiore consumo di merendine tra i bambini, c’è anche il minore tasso di obesità. Al Nord, dove i livelli di sovrappeso e obesità dei bambini di età compresa tra i 7 e i 10 anni sono  più bassi (24,7%), si registrano i livelli  più  alti  di  consumi  di  merendine (2,2 kg  pro  capite  annui).  Al Centro si trovano livelli medi di entrambi gli indicatori (30,6% sovrappeso/obesità e 2,1 kg pro capite) mentre al Sud e nelle Isole l’indice di sovrappeso e obesità sale al 37,8% (+25% media nazionale) e i consumi di merendine invece scendono a 1,6 kg pro capite annui (-20% della media nazionale e -27% rispetto al Nord). 
In generale sovrappeso e obesità sono il risultato di un’alimentazione squilibrata nel suo complesso, e di una tendenza a “consumare”, grazie al movimento spontaneo e all’attività fisica organizzata, che va sempre più diminuendo. L’obesità infantile si previene insegnando ai bambini sin da piccoli a mangiare correttamente e abituandoli ad essere attivi quanto più possibile. In uno stile di vita corretto la bilancia tra entrate alimentari (cibo) e spesa energetica (movimento) deve sempre essere in equilibrio. Per i ragazzi che fanno sport le merendine possono rappresentare una valida alternativa in sostituzione dei cosiddetti integratori energetici, da consumare prima e/o dopo l’allenamento”. 

LO ZUCCHERO DI UNA MERENDINA NON FA SUPERARE IL FABBISOGNO GIORNALIERO DI ZUCCHERO DI UN BAMBINO (MA IL 63% DEGLI ITALIANI NON LO SA)
Basta incrociare i dati medi di consumo a livello nazionale di zucchero (1,95 kg pro capite anno) e contenuto di zucchero presente nelle merendine e confrontarli con le indicazioni sulla quantità di zucchero che è possibile consumare quotidianamente. Emerge come lo zucchero che assumiamo attraverso il consumo di merendine è di circa 1,3 g al giorno. Un quantitativo modesto rispetto al fabbisogno giornaliero tanto di adulti (per i quali corrisponde al 2,6%) che dei bambini (tra il 2,6 e il 3,5% contenuto nelle merendine rispetto alla qualità giornaliera, sempre a seconda dell’età e del peso). Va inoltre considerato che molto spesso questi prodotti vengono consumati al mattino, momento in cui questi carboidrati sono ritenuti fondamentali per fornire la giusta dose di energia per riprendere le attività quotidiane dopo il digiuno notturno e ricominciare l’attività nel modo migliore. 

LE MERENDINE VENGONO PRODOTTE ANCHE CON LIEVITO MADRE (MA IL 63% DEGLI ITALIANI NON LO SA)
I dolci della merenda, da quelli della nonna alle merendine lievitano in tre maniere: chimica, fisica e biologica. La lievitazione biologica è un processo complesso, può durare dalle 4 alle 16 ore – e impiega lievito di pasta acida (la cosiddetta pasta madre) o il lievito di birra. Per molti questa sarà una vera e propria scoperta… 
I gas prodotti dai microrganismi presenti nel lievito fanno dilatare l’impasto e gli conferiscono la caratteristica consistenza morbida; inoltre  il lievitato risulta maggiormente digeribile e aumenta suo valore nutrizionale. E’ largamente utilizzato nelle merendine le cui ricette si ispirano ai dolci lievitati della tradizione delle feste, come pandoro e panettone, ma anche krapfen, croissant e merendine a base di pandispagna.

LE MERENDINE DI OGGI CONTENGONO MENO GRASSI, ZUCCHERI E SALE DI 15 ANNI FA 
(IL 50% DEGLI ITALIANI NON LO SA)
Le sfide che attendono l’industria dolciaria nei prossimi anni sono quelle di migliorare ancora di più i prodotti dolciari. Ma già molto è stato fatto. Oggi ci sono anche merendine che hanno appena 100 kcal e in generale negli ultimi 15 anni l’apporto calorico complessivo è diminuito passando da circa 200 kcal a 170-180 kcal, per le più sostanziose, a una media di circa 130-150 kcal per le più leggere. E’ calata la quantità grassi. Il contenuto medio di acidi grassi saturi delle merendine e dei biscotti di oggi (11 grammi nel 2008) scenderanno  ulteriormente a 10 grammi nel 2017 (-9%). Sul fronte degli zuccheri, le aziende hanno immesso sul mercato diverse tipologie di dolci... meno dolci, come prodotti senza zuccheri aggiunti o a ridotto contenuto di zuccheri: nei cereali da prima colazione, nei biscotti e nelle merendine gli zuccheri sono stati già “tagliati” del 6% dal 2008 al 2014, passando da circa 35 a circa 33 g per 100 grammi di prodotto. E verranno ulteriormente ridotti entro il 2017 a 30 g. 

L’ETICHETTA “NON MENTE” E CONTENE TUTTE LE INDICAZIONI PER SCEGLIERE IN BASE ALLE PROPRIE ESIGENZE (IL 39% DEGLI ITALIANI NON LO SA)
L’etichetta nutrizionale è diventata obbligatoria dal 13 dicembre 2016 per tutti i prodotti alimentari. Sulle confezioni delle merendine peraltro era già presente grazie all’iniziativa volontaria delle aziende produttrici: vi sono indicati la quantità di energia (calorie) fornita, il peso e i grammi di proteine, carboidrati e grassi presenti. Si possono trovare inoltre l’indicazione della quantità di acidi grassi saturi, di zuccheri semplici, di fibre alimentari e di sale e il contributo energetico che la singola merendina fornisce rispetto al fabbisogno medio raccomandato. Vitamine e minerali sono segnalati solo se sono presenti in quantità significativa rispetto al fabbisogno giornaliero”. 

NON E’ VERO CHE LE MERENDINE SONO SOLO PER BAMBINI (L’11% DEGLI ITALIANI NON LO SA) 
In questo ultimo caso, gli italiani si dimostrano decisamente più consapevoli. Infatti secondo i risultati della ricerca Doxa-Aidepi che ha analizzato il vissuto degli italiani sulle merendine, emerge come il consumo di merendine non sia legato solo ai bambini ma riguarda una importante fetta di italiani adulti: parliamo di oltre 21 milioni di persone che le consumano in media 2 volte a settimana, soprattutto a colazione  (41%) e come spuntino di metà pomeriggio (39%). 

*Ci riferiamo a una pizza  di 100 grammi e a un panino di 40 grammi con 30 grammi di prosciutto crudo

Lo studio fa parte della campagna promossa dal sito  www.merendineitaliane.it, un progetto informativo sostenuto da AIDEPI (Associazione delle industrie del dolce e della pasta italiane) che attraverso il contributo di un comitato scientifico di esperti - nutrizionisti, pediatri,  psicologi e tecnologi  - punta a raccontare, con un linguaggio chiaro ed esaustivo, tutto ciò che ruota intorno al tema merenda&merendine. Sul sito tool interattivi, video e approfondimenti scientifici per rispondere alle esigenze dei genitori di oggi.

 

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